VITERBESE – D’UFFIZI, il bambino “record” dei laziali
Il 2004 D’Uffizi scrive la storia: in estate lo aveva cercato la Lazio
Il calciatore classe 2004 della Viterbese entra negli almanacchi del calcio italiano. Lui, tifoso biancoceleste, era stato cercato da Lotito
C’è spazio per scrivere la storia del calcio italiano anche in Serie C in questo avvio di stagione. È infatti stata scritta un piccola pagina del calcio in Italia nell’ultimo weekend in Lega Pro. Nel girone C si è infatti giocata domenica la gara tra Viterbese e Fidelis Andria, terminata 2-2. Ma non è il risultato a fare la storia, quanto un nome scritto sul tabellino. Sono bastati infatti appena 35 minuti a Simone D’Uffizi per entrare definitivamente negli almanacchi del calcio italiano. L’esterno offensivo della Viterbese è entrato infatti al minuto 55, con i suoi in svantaggio per 1-0. E in appena tre minuti, tra 70esimo e 73esimo, ha ribaltato il risultato portando la Viterbese in vantaggio per 2-1 fino al pareggio nell’extra time della Fidelis Andria.
Una doppietta che vale solo un punto per la squadra laziale, ma che conta tantissimo per D’Uffizi. Il calciatore, infatti, diventa così il primo calciatore classe 2004 italiano a segnare una doppietta nei campionati professionistici. Un impatto clamoroso sulla Viterbese e sul calcio professionistico, alla prima stagione con aspettative davvero importanti per minutaggio e visibilità. E pensare che, in realtà, D’Uffizi il grande salto avrebbe potuto compierlo già in estate, spostandosi subito in Serie A.
Un trascorso nelle giovanili prima della Roma e poi della Lazio, seppur in entrambi i casi per breve tempo e con una bocciatura finale. “È bravo ma è troppo esile” era il pensiero comune. Ma lui non ha mai pensato di smettere, sognando magari un giorno di poter giocare anche con la maglia del suo cuore, quella biancoceleste. E proprio la Lazio in estate è tornata alla carica per riportare a casa il classe 2004. Lotito si è però dovuto arrendere di fronte al “No” secco della dirigenza della Viterbese che, a ragione, ha scelto di puntare su D’Uffizi. Che, intanto, scrive la storia e continua a sognare il grande salto