Lo Squalo dello Stretto ha scritto un’antologia tutta sua, una serie di capitoli tutti dai toni differenti e ognuno diverso per il suo sviluppo. I fili conduttori sono due: la capacità di sorprendere in qualsiasi circostanza e il finale vittorioso, quello che non manca mai nella storia di un eroe a tutto tondo che nel nuovo millennio ha sorretto il peso dell’Italia ciclistica nelle grandi corse a tappe vincendo due Giri d’Italia, un Tour de France, una Vuelta di Spagna ma anche due Giri di Lombardia e una Milano-Sanremo. Troppo vecchio, finito, “lamentoso”, polemico: questi sono solo alcuni degli aggettivi che gli sono piovuti addosso nei giorni scorsi, durante un Tour de France anonimo per la sua grandezza, voleva lottare per dei successi di tappa e invece era stato costretto dalla squadra a fare classifica generale, impossibile per un uomo reduce dal secondo posto alla Corsa Rosa appena un mese fa. Come sempre il siciliano si è fatto scivolare tutto addosso, si è tolto dei sassolini dalla scarpa nei confronti dalla Bahrain-Merida (che lascerà a fine stagione per accasarsi alla Trek-Segafredo), è cresciuto di condizione nel corso della terza settimana e oggi ha piazzato il suo proverbiale sigillo.
Foto Nino Famà
Vincenzo Nibali è tornato a vincere dopo addirittura 16 mesi dall’ultima volta, il 34enne non alzava le braccia al cielo dalla Milano-Sanremo dell’anno scorso quando attaccò in solitaria sul Poggio inventandosi un numero impensabile alla vigilia, giusto per non smentirsi. Oggi una fuga da lontano, poi sulla salita conclusiva di Val Thorens ha demolito i compagni della prima ora, ha contenuto il rientro del gruppo maglia gialla e ha festeggiato con pieno merito: “una liberazione” avrebbe poi dichiarato al termine dell’ennesima impresa, il sesto successo di tappa alla Grande Boucle è quello più sofferto ma anche quello più bello perché giunto dopo tre settimane complesse e dopo oltre un anno senza poter esultare. Questo è un Campione, questo è un Eroe dei tempi moderni, questo è un Esempio segnante, un’Icona immortale che ha ancora tanto da dare al mondo dello sport in generale: dalle Alpi vede le Olimpiadi di Tokyo 2020 e i Mondiali del prossimo anno, obiettivi concreti di un fuoriclasse senza età che non smette mai di emozionare.
Stefano Villa – oasport.it/ciclismo