TUTTO RACITI: Gioventù, proposta offensiva e tranquillità: cosi il tecnico si vuole ripetere a Messina.
Lo scorso anno si è preso il Messina in un mese e mezzo, Ezio Raciti. Lo dicono i numeri, visto che la media di 1,50 punti a partita in campionato con la sua gestione è stata la più alta della stagione siciliana. Lo conferma ancor di più l’inaspettata vittoria arrivata al “San Nicola” di Bari per 2-1, successiva al sorprendente pareggio di Palermo per 2-2. Ma chi è l’allenatore-rivelazione dell’ultima salvezza del Messina che ora torna sullo stretto per un impegno ancora piu arduo con la squadra ancora ultima in classifica nel girone C di Serie C. Come farà a restituire passione ad una piazza che stava attraversando un momento pessimo lo scorso anno e si ritrova ancora in acque agitate anche in questo campionato ’22-“23 ?
Chi è questo temerario condottiero delle speranze biancoscudate?
Quella dell’allenatore nativo di Catania é già una carriera ultratrentennale. Raciti infatti, dopo un trascorso da calciatore iniziato nelle primavere di Inter e Napoli (in compagnia di gente dal calibro di Zenga, Beppe Baresi e Mariolino Corso) e proseguito prevalentemente in Eccellenza, intraprende la strada di allenatore.
Tanta gavetta per il classe ‘60: svariati anni tra tutte le categorie fino alla D, tre campionati vinti e un’esperienza ricca di soddisfazioni con il settore giovanile del Catania conclusa con l’accesso alle finali nazionali. Poi finalmente il grande salto a Siracusa, annata 18-19. Dopo iniziali difficoltà, infatti, Raciti subentra per due volte e conquista la salvezza proprio nell’anno della cinquantesima partecipazione del club in C. Momento da ricordare ? Probabilmente il derby personale vinto col Catania. (Curiosità: nelle uniche due volte in cui ha affrontato il suo passato non ha mai perso).
Johan Cruyff sosteneva che la creatività calcistica non facesse necessariamente a pugni con la disciplina, e suggeriva agli allenatori di “insegnare il tocco di palla, la libertà e l’invenzione”. É probabilmente su questi principi che, nel 1990, Raciti fonda ‘La Meridiana’, realtà catanese di assoluto rilievo in ambito giovanile, visti anche i numerosi talenti passati da lì: Emanuele Catania (storico attaccante del Siracusa e primo membro iscritto alla scuola calcio), Kevin Biondi (Catania) , i fratelli Franco e Valentin Carboni (Inter) , Lorenzo Di Stefano (Sampdoria), Andrea Di Grazia (Foggia) e Rosario Bucolo (Potenza) sono solo alcuni esempi. Un vero e proprio serbatoio di talenti, che spiega una volta di più l’attenzione alla linea verde da parte dell’allenatore del Messina.
Raciti-Messina, questione di empatia
Per comprendere appieno gli sviluppi della cura Raciti, occorre fare un passo indietro: il 12 dicembre 2021 il Messina cade, anzi, sprofonda. 5-0 sul campo della Turris: via Capuano (subentrato a sua volta a Sullo), dentro Raciti dalla Primavera. Ezio per Ezio. Risultato? Un pareggio col Catania, una vittoria contro la Paganese ed un tonfo a Francavilla riscattato poi dai pareggi con Picerno e Palermo e dall’incredibile vittoria di Bari. La musica, nonostante una situazione difficile anche a livello societario, cambia drasticamente. A cominciare dall’approccio. Il ‘nuovo’ Ezio è pacato, trasmette sicurezza. Fa della semplicità del divertimento unita al duro lavoro il suo diktat, dentro e fuori dal campo.
La rivoluzione inizia lentamente. Dal rispolvero di elementi interessanti quali Marginean (autore di tre gol decisivi contro Catania , Paganese e Palermo) e Gonçalves (marcatore contro Palermo e Bari) ,al progressivo ritorno del tipico 4-2-3-1 (o 4-3-3 all’occorrenza) del nuovo allenatore. Se a questi elementi poi si aggiungono i funzionali acquisti di Piovaccari, Rizzo, Trasciani e Statella tra gli altri, oltre ad un calcio tendenzialmente semplice e propositivo la rincorsa alla salvezza può dirsi già lanciata. Messina ci crede. Garantisce Raciti. L’eroe giunto quasi per caso. Pioniere di giovani nati per sognare e pronti a non mollare mai e a sfidare il quasi impossibile.
La storia si ripete per il sereno tecnico etneo. Anche in questa stagione, dai bassifondi della classifica, dopo il triste tentativo di Auteri, dimessosi alla prima di ritorno, il buon Ezio da Catania viene richiamato alla guida dei giallorossi peloritani col solito obiettivo. La salvezza del blasone calcistico messinese. Buona la prima col Francavilla, 2-1 in casa, la seconda a Viterbo diventa già una ulteriore ricerca di quanto aveva lasciato un anno fa. La garanzia del sergente della speranza sta intanto rianimando la tifoseria. E non ci pare poco “Zio Ezio “.
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