Col caldo insopportabile ecco apparire, con le sue sentenze e le sue massime l’egocentrico Eziolino Capuano. Lo incontra per la casa di C.it il collega Michele Festa. Sorprendente, come sempre, sicuro delle sue evangeliche opinioni sul calcio ( sul suo in particolare), delle avventure e disavventure professionali. Non mancano “more solito” giudizi su fatti e persone del panorama calcistico.
Una lunga carriera alle spalle, vissuta su panchine di piazze calde e blasonate. L’ultima, in ordine cronologico, quella del Messina che si è iscritto al prossimo campionato non senza difficoltà: “Ricordo benissimo quando fui chiamato da Pietro Lo Monaco. E vi svelo un aneddoto. “Era l’8 ottobre 2021. Se l’Avellino avesse perso in casa con la Virtus Francavilla sarei potuto tornare. L’Avellino vinse 1-0, ma il telefono squillò lo stesso. Due gironi più tardi ero l’allenatore del Messina. Quando chiama una piazza così importante, c’è solo un modo di rispondere ed è sì. Senza pensarci. E anche se è andata come è andata a Messina ci tornerei. Nessun rimpianto”.
Il rapporto con Sciotto: “Mi parlava spesso di Zeman”
Poco meno di due mesi in riva allo Stretto poi è arrivato l’esonero: “Quando sono andato a Messina ho trovato una miriade di difficoltà. Capisco bene la provocazione del presidente Sciotto di mettere la società in vendita a un euro perché ci sono problemi sotto il piano dell’impiantistica. Abbiamo giocato su un campo in condizioni disastrose. L’impatto fu importante, vincemmo subito a Torre del Greco ma dalla trasferta a Catanzaro, il 7 novembre, siamo crollati per una serie di fattori davvero penalizzanti. Rilevammo dei casi Covid, ci autodenunciammo. Sarebbe stato giusto che la partita fosse rinviata e invece slittò dal pomeriggio alla sera. Fummo costretti a vivere ore estenuanti e paradossali. Ci ritrovammo a fare il giro con l’autobus alla ricerca di farmacie aperte. Ricordo ancora i calciatori mangiare panini in attesa di capire se avessimo dovuto giocare o meno. Sembravamo una squadra che partecipa a un campionato amatoriale o dilettantistico
Capisco bene la provocazione del presidente Sciotto di mettere la società in vendita a un euro perché ci sono problemi sotto il piano dell’impiantistica. Abbiamo giocato su un campo in condizioni disastrose. L’impatto fu importante, vincemmo subito a Torre del Greco ma dalla trasferta a Catanzaro, il 7 novembre, siamo crollati per una serie di fattori davvero penalizzanti. Rilevammo dei casi Covid, ci autodenunciammo. Sarebbe stato giusto che la partita fosse rinviata e invece slittò dal pomeriggio alla sera. Fummo costretti a vivere ore estenuanti e paradossali. Ci ritrovammo a fare il giro con l’autobus alla ricerca di farmacie aperte. Ricordo ancora i calciatori mangiare panini in attesa di capire se avessimo dovuto giocare o meno. Sembravamo una squadra che partecipa a un campionato amatoriale o dilettantistico
Dopo la sconfitta, una ripresa in salita: “Perdemmo, a causa del Covid, giocatori importantissimi. Non potevamo aggregare ragazzi della Beretti e fummo costretti a ricorrere all’utilizzo delle sagome per allenarci. Da lì è venuta fuori una serie di risultati negativi dopo cui ci sta che un club possa decidere di cambiare. Poi l’organico è stato rivoluzionato con l’arrivo di undici giocatori che hanno alzato l’esperienza della squadra, che era giovanissima. Sono rientrati giocatori come Morelli, Gonçalves e Damiani. La salvezza è stata meritata. Sono stato contento per il presidente Sciotto, che ha fatto sacrifici e ha avuto coraggio. Non ho mai avuto dubbi che avrebbe iscritto la squadra al campionato”.
Il Messina potrebbe ripartire da Zeman e Pavone: “Non hanno bisogno di presentazioni. Sciotto è un grande estimatore di Zeman, me ne parlava spesso. Il presidente è ambizioso, gli piace fare bella figura”.
Capuano e il falso mito: “Il girone C il più competitivo e non per il calore delle piazze”
Bari e Palermo in Serie B, Capuano non usa giri di parole in merito a un mito che ritiene opportuno venga sfatato: “Ho allenato in tutti gironi. Si dice sempre che il girone C è il più difficile per il calore delle piazze ed è una stupidaggine. Il girone C è quello più competitivo, sì, ma anche a livello di qualità e non solo agonistico. Lo hanno dimostrato non solo il Bari e il Palermo, ma anche il Catanzaro che è arrivato in semifinale e avrebbe meritato di andare in finale. Contro il Padova, che ha una società importantissima alle spalle, non c’è stata mai gara”.
Capuano punta sull’usato sicuro e gonfia il petto: “Sono unico, non esistono altri come me”
Ai nastri di partenza del prossimo campionato tanti allenatori emergenti, da Michele Pazienza a Fabio Prosperi, passando per Sebastiano Siviglia e Massimiliano Canzi. Capuano preferisce l’usato sicuro: “Il calcio non è più quello di una volta dove potevi allenare se avevi alle spalle 6, 7 campionati ottimi e ti affidavano l’incarico comunque tra mille dubbi. Oggi bastano 15 partite buone e diventi un fenomeno. Sia chiaro, ci mancherebbe che non sia giusto che ci sia un ricambio di generazione, ma poi vai a vedere e il calcio è strano. Vince sempre Ancelotti, Zeman continua a essere richiesto, Braglia c’è sempre, Auteri pure. Caneo non è giovane, ma è sulla bocca di tutti”.
“Se devo puntare su un allenatore che potrebbe sorprendere dico Prosperi. Penso che è uno che può fare strada nel calcio perché ha fatto tanta gavetta, passando anche in Eccellenza e Interregionale. Insomma, non sono per la medaglia d’oro immediata. E non penso neppure che essere stato un grande calciatore garantisca di essere un grande allenatore. Pirlo è forse l’esempio più lampante del fatto che occorra far esperienza per affermarsi. Tanti ex calciatori ci provano e finiscono a fare commentatori tv…”
Ma di Capuano ce ne è uno solo: “Eziolino Capuano è Eziolino Capuano. Alleno da 30 anni, tra alti e bassi. Al massimo posso essere fonte di ispirazione, ma di Eziolino Capuano non ne esistono altri. Né uguali, né simili. Punto”.