Fondato in Giappone nel 1947 da Doshin SO, lo Shorinji Kempo è la via per “sviluppare gli individui”, che tramite la filosofia, le tecniche ed il sistema educativo tende a formare persone per una società fiduciosa in se stessa, coraggiosa vigorosa e caritatevole.
Tale disciplina ci viene spiegata da Teresa Augusto, cintura nera II Dan, a cui passione per le arti marziali nasce da piccola e, come racconta, il suo “accostamento allo Shorinji Kempo avviene, quasi per caso, in età adulta, nel 2005, a seguito dell’incontro con Sensei Antonio Buccheri. Lo conobbi mentre mi allenavo in palestra e Sensei insegnava Shorinji Kempo ad un gruppo di praticanti. Rimasi affascinata non solo dalla bravura di quei kenshi ma anche e soprattutto dall’approccio di insegnamento e dai modi di Sensei Buccheri.
Da quell’istante ebbe inizio, insieme a luied il Messina Est Branch, il suo percorso nello Shorinji Kempo che entrando nella sua vita ne è certamente divenuto una parte fondamentale. Ad oggi, l’Augusto non ha mai pensato di abbandonare questa disciplina neanche dopo la prematura scomparsa del mio maestro i cui insegnamenti restano in me indelebili.
L’atleta spiega che questo stile “è un sistema difensivo unico, costituito da due sistemi: il sistema duro (Go-ho) che consiste in calci, pugni, percussioni, parate, spostamenti, schivate e deviazioni e il sistema morbido (Ju-ho), formato da tecniche di proiezioni, svincolo, torsioni, immobilizzazioni e di strangolamento. Questi due sistemi collaborano insieme per formare un unico metodo difensivo. Inoltre, per una maggiore efficacia, utilizziamo un sistema di punti di pressione in cui vengono attaccati dei punti vitali chiamati Kyusho”). I livelli di apprendimento delle singole tecniche – aggiunge – variano coi passaggi di grado (le cinture: bianca, gialla, verde, marrone, nera) fino al raggiungimento del 6° Dan per l’apprendimento tecnico (7°, 8° e 9° sono gradi di “benemerenza”).
La pratica costante dello Shorinji Kempo permette di ricevere una molteplicità di benefici in termini di benessere fisico, di apprendimento di un gran numero di efficaci tecniche di autodifesa e di crescita personale. Attraverso l’allenamento dello Shorinji Kempo ho migliorato me stessa ottimizzando la mia tempra e la capacità di affrontare le avversità della vita, con forza e coraggio, divenendo io stessa, la prima persona su cui poter contare. Nei miei momenti più critici ho sempre trovato nell’allenamento rifugio e sollievo e paradossalmente anche quella intuizione che poteva dare soluzione al problema che stavo affrontando. Con il tempo e la pratica ho compreso che la difficoltà insita nell’apprendimento tecnico è una forte spinta verso l’addestramento mentale che torna utile soprattutto al di fuori del tatami. Vorrei anche aggiungere che gli stage con i grandi maestri, l’allenamento con i praticanti, anche di altre parti del mondo, hanno rappresentato per me un’occasione, ogni volta unica, di apprendimento tecnico, di divertimento e di amicizia”.
“E’ anche molto utile alle donne per la difesa personale – continua-in quanto applica concretamente un principio teorico molto importante ovvero il principio della non resistenza. In questa ottica, le differenze fisiche cioè la forza muscolare o corporea vengono annullate dal gesto tecnico che porta allo squilibrio dell’avversario e all’immobilizzazione di quest’ultimo in un secondo ed immediato step.
Uno dei momenti più soddisfacenti della carriera della Augusto in questa disciplina, come anche lei sottolinea, è stato il suo esame per diventare cintura nera e la consegna della stessa da parte del maestro Buccheri. “
Tra gli obiettivi futuri – conclude – vi è quello di raggiungere il 3° Dan e insegnare lo Shorinji Kempo ai bambini. Magari, fondare un giorno, un Branch tutto mio e denominarlo Buccheri Branch. Non è un percorso facile anzi è tutto in salita. Occorrono tempo, dedizione e sacrificio oltre tanto studio sia filosofico che tecnico”.