STORIE – Da “Re Giorgio” a Giacomo Corona: il calcio di padre in figlio. Bussa il Torino
Figli d’arte: quando il cognome è una garanzia. Negli anni abbiamo assistito alla scoperta di tanti figli di bomber del passato. Presa la strada degli illustri padri, è toccato a loro dimostrare di valere sul campo: dalla storia dei Maldini ai Chiesa, fino alla nostra Serie C con i Marchegiani e i Fonseca. C’è un altro giovane calciatore ad aggiungersi alla schiera del prediletti: Giacomo Corona, figlio di “Re Giorgio” Corona, ex attaccante, tra le altre, di Catanzaro, Catania e Messina, Giacomo è un classe 2004, tra i più corteggiati del settore giovanile del Palermo, e dopo aver esordito nella scorsa Serie C, adesso il Torino ha bussato alla porta. I granata stanno per chiudere la cessione di Segre ai rosanero, ma nell’affare dovrebbe rientrare proprio Giacomo, con un trasferimento a Torino in prestito con opzione
Giacomo Corona, classe 2004 nato a Palermo, è attaccante come suo papà. La passione per il calcio è più viva che mai nella sua famiglia: oltre a Giorgio, anche nonno Giacomo e gli zii Natale e Michael sono stati calciatori. I suoi primi passi li muove nella Cantera Ribolla, scuola calcio palermitana fondata da Totò Schillaci. Passerà poi alle giovanili del suo Palermo, affrontando da protagonista i campionati in Under17 e Primavera. Aggregato in prima squadra al ritiro estivo rosanero, riceve la prima convocazione in Coppa Italia ad agosto, ma per l’esordio dovrà ancora aspettare.
Il 17 ottobre 2021 arriva il suo momento: al 74′ capitan De Rose lascia il campo per il debuttante Corona. Questo traguardo lo ha reso – a 17 anni, 7 mesi e 23 giorni – il secondo più giovane esordiente della storia del Palermo, scavalcato solo da Enrico Mauthe. Dopo la trasferta, arriva anche la prima al Barbera con il Bari. Pochi minuti, sempre in sostituzione a De Rose, che gli hanno regalato una breve ma intensa emozione in un vero scontro tra titani.
Giorgio Corona: “Giacomo deve crescere. Tanti procuratori interessati a lui”
Cosa ne pensa Re Giorgio? Come per ogni papà, c’è tanto orgoglio nel vedere il proprio figlio ottenere importanti traguardi, soprattutto se ha deciso di seguire le pesanti orme di un glorioso passato. Per lui un importante fiuto per il gol, un vero finalizzatore in grado di collezionare 258 reti. Un titolo da capocannoniere, 3 campionati e 2 Coppa Italia: partito dalla Terza Categoria ha toccato l’apice raggiungendo la Serie A con il Catania, a 36 anni.
Osservando il figlio, ci ha detto la sua su questo giovane attaccante che sogna in grande in rosanero. Il suo sostegno, soprattutto morale, non è mai mancato al figlio Giacomo: “Non sono mai stato ad un suo allenamento perché non lo ritengo necessario. Con lui il mio lavoro è solo da un punto di vista mentale“, aveva confessato ai nostri microfoni, parlandoci anche di ciò che potrebbe arrivare in futuro. “Giacomo deve crescere, cerca ancora la sua prima presenza con il Palermo ma è giusto che attenda il suo momento. Tanti procuratori si sono interessati a lui ma anche in questo campo mi affido al mio senso, ho avuto dei contatti che a primo impatto mi sono parsi negativi tra quelli positivi c’è stato invece quello del mio “fratello di campo” Iaio Balestri che verrà direttamente in Sicilia per incontrarci”.
@Lucia Arduini