In un momento in cui la vita ha già le sue difficoltà, sanitarie, economiche e Messina, con le sue tante paure ed il suo status basato su impiego pubblico e sul terziario, ne è l’evidente specchio, quello che dovrebbe essere uno spazio di aggregazione ed evasione sociale diventa, invece, il riverbero di una città allo sbando dove regna la massima confusione: lo sport.
Ma partiamo da quanto accaduto in questi ultimi giorni.
Ieri, sopralluogo di consiglieri comunali e Assessore al ramo in quella che dovrebbe essere la struttura simbolo del massimo sport nazionale, lo stadio “Franco Scoglio”. Già fa ridere che, a quanto sembra, qualche consigliere,facente parte della commissione, non riuscisse a trovare la strada che portava alla struttura ma, invece, genera rabbia l’esposizione “social” di foto a mò di denuncia delle condizioni in cui versano alcuni locali, facendo presupporre che l’ente gestore, cioè l’Acr Messina, fosse responsabile di tale degrado. Peccato che, puntualmente, i colleghi di “Messinanelpallone” replicavano facendo notare che: “E’ vero che i locali della foresteria sono stati consegnati al Messina a luglio 2019, insieme al resto dell’impianto, ma, viene precisato nel testo, “nello stato manutentivo e di conservazione in cui si trovano”, il ripristino a carico della società è “eventuale”, non obbligatorio e, quindi, legato all’utilizzo di una porzione dello stadio mai effettuato negli ultimi tre anni. In ogni caso di quelle foto, negli anni, ne sono emerse a più riprese, tanto da non destare quasi più sorpresa. E’ noto che qualcosa non è andata a livello di gestione e di sorveglianza, la gran confusione è sull’individuazione delle reali responsabilità. Quindi, responsabilità tutte da chiarire e non fedele, invece, quanto riportato oggi nella nota di Palazzo Zanca in merito alla visita dei consiglieri qui riportata;
“La V Commissione comunale Sport ha effettuato oggi, mercoledì 10, un sopralluogo allo Stadio Franco Scoglio per verificare le condizioni attuali dell’intera struttura, alla presenza dell’Assessore allo Sport Giuseppe Scattareggia. Nel corso dell”ispezione, cui hanno preso parte i consiglieri comunali Nello Pergolizzi, Massimo Rizzo, Ciccio Cipolla, Serena Giannetto, Ugo Zante, Benedetto Vaccarino, Giovanna Crifò, Giovanni Scavello, Giovanni Caruso, Nicoletta D’Angelo, Paolo Mangano, Cristina Cannistrà e Andrea Argento sono state rilevate varie criticità inerenti la mancata manutenzione ordinaria da parte dell’Ente gestore.”
Intanto, incombe alle porte un bando sulla concessione pluriennale dello stadio che, agognato in passato, sembra adesso non aver senso pratico nascendo nel momento forse più basso del calcio messinese. Oltretutto, con una situazione di probabile stallo per via della delibera di Giunta del 31 dicembre scorso che assegnava all’Acr Messina la gestione sino alle soglie dell’estate 2021. Insomma, tanta confusione…
Gli amministratori comunali, comunque, dovrebbero allargare le loro conoscenze a tutte le strutture sportive comunali per rendersi conto, in tempi brevissimi, delle condizioni, del loro utilizzo e dell’eventuale necessità, in caso di eccessivi costi per la comunità, a concederne la gestione a persone e/o società che garantiscano serietà ed amore verso la città, lo sport ed i propri cittadini. Messina ha dato tanto in passato a sport come la pallacanestro, la pallavolo, la pallanuoto, l’atletica, il tennis, il ciclismo e potrebbe dare anche di più come dimostrato anche da altri sport…dimenticati, dove società come la Top Spin Messina nel Tennistavolo è tuttora Campione d’Italia.
Torniamo alle strutture e allo stadio, in particolare. Intanto, è bene precisare che queste strutture sono nate principalmente per lo sport, poi, che le si “integri” con altre attività, con spettacoli o concerti ci può anche stare ma non devono essere certamente l’attività principale. Quindi, stadi, palazzetti, piscine e tutto il resto devono essere utilizzati per calcio, pallacanestro, pallavolo, pallamano, calcio a 5, nuoto pallanuoto, ecc…insomma per attività sportive…e, quando possibile spettacolo e cultura.
E per fare sport ci vogliono società serie, passionali e, sopratutto, economicamente solide. Mentre negli sport cosiddetti minori, la città cerca di dare il meglio di sè con presidenti e dirigenti che mettono in primo piano la loro passione, nel calcio non è così, almeno non lo è stato negli ultimi dodici anni. Ed è per questo che Messina nell’ultimo decennio è stata invasa da avventori, magari squattrinati che tentavano il colpaccio della loro vita (tranne rare eccezioni), parolai, venditori di fumo, e, forse, anche truffaldini e nessun amministratore cittadino che si sia veramente impegnato nella ricerca di imprenditori validi per far riemergere la città nelle cronache sportive nazionali.
I Club, solo pochi giorni fa hanno manifestato le loro richieste: l’aiuto di tutti i tifosi “insieme”, l’aiuto dei mass media per stimolare amministratori e città (evitando di ‘incensare i “falsi profeti”), l’appoggio concreto degli amministratori comunali e della politica in generale perchè sia garante di una società sportiva che sia finalmente degna dei nostri colori e della nostra Storia.
L’Acr Messina sembra rispecchiare la solidità economica richiesta, peccato che, sino ad oggi, abbia commesso una serie di errori, a cominciare dal non aver creato una solida base di dirigenti e giocatori che venisse migliorata di anno in anno per raggiungere il traguardo da vincenti, sminuendo così il corposo impegno economico. Dall’altra parte un’altra società, il Città di Messina, mai veramente amata dai tifosi e che, con il cambio di proprietà e di denominazione (FC Messina) si è anteposta alla prima, forte dei loro errori, creando ulteriori spaccature in una tifoseria già troppo tartassata, e che, per lo più, da chiari segnali di non avere grandi capacità economiche, lanciando troppo spesso annunci non accompagnati da fatti concreti.
Per chiudere sembrerebbe che Messina è calcisticamente con la testa in due sacchi che si differenziano fra loro. Una, l’Acr, ha dimostrato tranquillità economica e turbolenza amministrativa e tecnica sperperando capitale economico e non centrando quasi mai i necessari risultati sportivi e l’affetto della tifoseria. L’altra, l’ex Città ora FC Messina tra un continuo refrain mediatico e un futuristico impegno ha, con modeste risorse, azzeccato alcuni uomini che l’hanno portata a disputare un onorevole torneo al punto da decantare mediaticamente le intenzioni e l’obiettivo di aspirare direttamente alla promozione in C prima, ai Playoff dopo e ai ripescaggi qualora fosse possibile. E per quanto legittime tutte queste aspirazioni, il dubbio che “ per le nozze non bastano i fichi secchi” non ha consentito alla tifoseria “LAICA” di affidare le loro aspettative di rinascita alla realtà filo-spagnola-torinese del Presidente Arena. Pochi supporters affezionati hanno scelto di godere delle buone prestazioni di Carbonaro e compagni. Un motivo ci sarà.
In settimana il comunicato della Curva Sud che ritiene imprescindibile la scelta di presentare una sola versione di squadra ha creato un pò di trambusto. Anche noi ci sentiamo spiazzati da una velleità che, perchè si realizzi, deve o accorpare le due realtà (tentativo già fallito lo scorso anno) o costringere, non capiamo come, Sciotto (che entro questa settimana dovrebbe decidere sul futuro dell’Acr Messina) o Arena a chiudere ufficialmente bottega e cimentarsi in altri ambiti. Ma pensiamo che solo se ci piace raccontare favole possiamo pensare a questa soluzione. Non ci resta che aspettare le strategie che questi “fenomeni” stanno preparando.
Al momento una sola certezza: chi ama la confusione avrà di che essere soddisfatto.