Salvatore Schillaci, nel corso della trasmissione “Non disturbare”, condotta dalla giornalista Paola Perego, andata in onda sulla Rai, ha raccontato la sua storia personale partendo da quel treno che da Palermo lo portò a Messina, a seguito del suo primo importante ingaggio sportivo.
Nato e cresciuto nel quartiere popolare San Giovanni Apostolo, nel 1982 fu ingaggiato dal Messina, in serie C2. “Sono stati anni bellissimi – racconta l’ex calciatore – quelli in riva allo Stretto. Il nome Totò mi fu dato proprio dalla tifoseria del Messina, a casa mi chiamavano tutti Salvatore ma da quel momento in poi, per tutti divenni Totò. Gli anni che ho passato a Messina mi hanno insegnato tanto, anche perché ho avuto allenatori bravi a disciplinarmi”.
Prima della nazionale, prima della Juve, , era stato efficace nell’area di rigore degli avversari del Messina: 219 presenze, 61 gol, otto anni di militanza con due dei migliori allenatori che un giovane talento possa sperare di incontrare ad inizio carriera (Zdenek Zeman e Franco Scoglio), sono numeri scolpiti nel granito della storia calcistica messinese e tali rimarranno per sempre.