Zdenek Zeman arrivò in riva allo Stretto per sostituire un’icona del calcio messinese, Franco Scoglio.
Il suo passato parlava chiaro, cultore del bel gioco con la costante ricerca del calcio spettacolo.
Il boemo anche a Messina costruì una stagione da ricordare registrando il miglior attacco della categoria. Toto’ Schillaci vinse la classifica cannonieri e volo’ verso la Juventus. La mezzala Angelo Pierleoni, poco utilizzato la stagione precedente realizzò la bellezza di 11 reti. Cambiaghi saltava gli avversari come birilli e Mossini correva come un cavallo. La regia di Modica illuminava il centrocampo formato anche da calciatori come Di Fabio, Puglisi e Manari. Punto debole era la retroguardia, zona dove inizialmente trovarono posto Abbate e Serra, poi sostituiti da Da Mommio, Petitti e De Simone. Gioco veloce sulle corsie esterne con Doni, Lo Sacco e Grandini che si alternavano. A difendere i pali, l’ottimo Ciucci.
Gli spalti del ” Giovanni Celeste’ erano pieni e la gente si divertiva così tanto che, durante la settimana seguiva la squadra anche durante gli allenamenti.
Tuttavia, qualche periodo di appannamento per i giallorossi si registrò. Il presidente Massimino che non aveva sposato in pieno le richieste del tecnico in sede di campagna acquisti, fu tentato di cambiare guida, ma in un incontro avvenuto nelle stanze dello stadio e presenti i rappresentanti dei club, decise di optare per la riconferma.
Al termine del campionato, Zeman salutò. Per il Messina, iniziava un altro capitolo, ma quello che si chiuse dopo il duo Scoglio-Zeman rimarrà per sempre nel cuore dei tifosi, degli appassionati che credevano in un calcio che rappresentava un’intera città e provincia. La festa della domenica, i bambini con i genitori al campo, il panino pronto all’ uso. Adesso tanti nonni e tanti papà non ci saranno più, ma ogni bambino di allora, ricorderà esattamente il punto del campo da dove guardava la partita. Tempi che non torneranno più, ma che non saranno mai dimenticati.
Ben ritrovato, Zdenek.