Angelo Rea ha indossato la casacca del Messina per diversi campionati, difendendo i colori biancoscudati con bravura, serietà e professionalità.
Angelo, tre stagioni a Messina, dove hai anche esordito in serie A, che ricordi ti porti dentro?
Messina per me rappresenta l’apice della mia carriera. Dell’esordio in serie A ho ricordi bellissimi, così come dei messinesi, dei tifosi, della città. Con tante persone mantengo un’ottima amicizia. Volevo chiudere la mia carriera in riva allo Stretto e nonostante il miracolo operato da mister Lucarelli, il presidente Proto non riuscì ad iscrivere la squadra.
Adesso fai il procuratore sportivo e curi gli interessi di diversi calciatori che si stanno mettendo in mostra anche in questa stagione.
Quale dei tuoi assistiti può arrivare lontano?
Ormai sono quasi tre anni che svolgo questo lavoro in attesa dell’esame CONI e FIGC, siamo partiti da zero e piano piano abbiamo costituito una bella e avviata società, ora iniziamo a raccogliere i frutti. Guccione al Mantova ha già segnato dieci gol. Ottimo anche il campionato di De Respinis, capitano del Piacenza ed autore sin qui di sei reti. Il Cesena con il difensore Longo è terzo in classifica.
Sono tutti calciatori che presto potrebbero calcare piazze di categorie superiori.
Perché la scelta di intraprendere questa carriera?
Fare il procuratore è sempre stata una mia aspirazione, mi ha attirato. A portarti lontano sono i giocatori e il calcio è il mio mondo.
Per il calcio messinese potrebbe essere questa la stagione giusta?
Quest’anno le due compagini messinesi sembrano ben attrezzate, in più c’è l’Acireale, squadra da non sottovalutare, con sugli scudi allenatore e direttore sportivo. Importante anche il parco giocatori, noi abbiamo dato Viscomi, uno dei centrali più forti della serie D.
Cosa cambieresti nel mondo del calcio?
Il calcio è lo sport più bello del mondo, cambierei tutto e niente. In questo momento farei sparire questa pandemia per tornare alla normalità e in più eliminerei in Lega Pro e in serie D la regola degli under, perché abbassa di molto il livello delle squadre.
Se un giovane è bravo gioca ugualmente.
Un ultimo pensiero per i tifosi del Messina?
Ai tifosi biancoscudati dico di incitare la squadra come hanno sempre fatto, loro sono realmente il dodicesimo uomo in campo, fra l’altro ricordo ancora i cori. Una emozione indescrivibile.
I miei ricordi sono tanti, dalla vittoria all’esordio contro l’Udinese nella massima serie, a quella ottenuta contro la Reggina alla terza giornata.
Tutto questo rimarrà per sempre nel mio cuore.