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Promozione | Con il DS della Messana Dario La Rosa: “Tante iniziative in cantiere, non è il calcio che amiamo”

Campionato fermo, ma in casa Messana si continua a lavorare per farsi trovare pronti nel momento in cui si ripartirà. A fare il punto della situazione è il neo direttore sportivo Dario La Rosa, promosso da team manager, che continuerà a lavorare spalla a spalla con il dg Ciccio De Luca e con il responsabile amministrativo Massimo De Domenico.

“Sono orgoglioso della fiducia che ha riposto su di me la società, spero di ripagarla. Organizzativamente non cambierà nulla, proseguiremo sull’impostazione funzionale di Lele Rigano, che mi preme ringraziare per il percorso condiviso di questi due anni e per la spinta che mi ha sempre dato. La sua impronta resterà, anche perché molti dei risultati ottenuti, sportivi e non, sono frutto delle sue idee, accompagnate poi dal lavoro dello staff. Cercheremo di andare avanti sulla stessa scia, in campo e fuori. Ci sono una serie di iniziative in cantiere, anche sociali e solidali, perché vogliamo che la Messana sia sempre più tra la gente, sempre più parte integrante del tessuto cittadino, come ormai avviene da 54 anni”.

Sul campo, il distacco si sta facendo sentire?
“Vivere il campo è un’altra cosa, dispiace non condividere lo spogliatoio e il rettangolo di gioco. Ma ci sono cause di forza maggiore che vanno rispettate. Spiace soprattutto per il settore giovanile, perché i gruppi di Allievi e Giovanissimi in costruzione stavano davvero prendendo forma bene. Sulla Prima squadra, innegabilmente qualcosa di diverso rispetto al lockdown di marzo c’è, come società abbiamo cercato di stare quanto più vicino alle loro esigenze, non solo sul piano atletico. Ma stare insieme è preparare la partita è totalmente diverso. Il calcio che amiamo”.

Ultima battuta sul mercato: “Stiamo vagliando se inserire qualche innesto, più che altro che possa leggermente alzare il livello dell’esperienza in un organico molto giovane. Ma aspettiamo di capire con quale formula si concluderà il campionato. Bisogna ponderare bene per non sbagliare. In uscita è difficile ragionare perché fin qui tutti i ragazzi, anche quelli impiegati meno, hanno rifiutato le offerte perché si sentono parte del progetto e della famiglia. Uscirà qualcuno probabilmente solo se dovesse entrare qualcuno che limiterebbe ancora gli spazi. Vediamo cosa succederà a breve”.

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