Pippetto Romano: “Più ombre che luci nel calcio siciliano”
La nostra redazione, ha contattato oggi mister Giuseppe Romano, Pippetto per tutti, storica figura del calcio messinese, protagonista anche da capitano della cavalcata del Messina di Aliotta. Ha disputa to seppur ormai a fine carriera, cinque grandi stagioni in maglia biancoscudata dal 1997 al 2002 anno della promozione in B.
Numerose le sue esperienze sia da calciatore prima, che dà allenatore dopo, in diverse importanti realtà siciliane, come il Licata, il Siracusa e l’Acireale su tutte, tanto per restare in tema con l’attuale serie D che si va delineando per questa nuova stagione 2019/20.
Stuzzicato da alcune nostre domande, ci ha presentato un quadro completo e conciso sul calcio siciliano e sulla situazione particolare delle nostre squadre, soffermandosi in particolar modo sulle due compagini peloritane.
Che cosa pensa di queste due nuove realtà chiamate Acr e Fc?
Per quanto mi riguarda è una situazione anomala per Messina. Secondo me queste due società potranno avere delle difficoltà, sia con la tifoseria che con gli impianti sportivi.
Cosa pensa dunque di questa scelta del suo ex compagno Obbedio, che sarà il nuovo Ds dell’Acr Messina?
Sicuramente per accettare questo ruolo avrà avuto delle rassicurazioni sul progetto. Garanzie societarie importanti certamente.
Lei che ricordi ha di Obbedio? Aveva delle peculiarità da giocatore che magari ha riscontrato anche in questa sua avviata carriera da Ds?
Come calciatore le sue caratteristiche e la sua forza mentale le abbiamo viste e conosciute tutti. Come Ds non lo conosco bene, so che ha fatto bene in categorie importanti come la Lega Pro. Sicuramente però saprà il fatto suo e sa come muoversi anche in categorie difficili come la D, ed in particolar modo in realtà come le nostre, qui al Sud.
Che ricordo ha di Messina?
Io amo Messina, ho cresciuto mia figlia, sono stato anche il capitano di quella squadra. Ho dunque un ricordo splendido, sono legato a questa città.
Se chiamato dunque, sarebbe disponibile per allenare il Messina?
Dipende dal progetto, ma logicamente non sarei indifferente al richiamo di questa città.
Cosa pensa di questa nuova Serie D, per buona parte siciliana? Il Palermo potrebbe monopolizzare il campionato sulle orme del Bari dello scorso anno?
Potrebbe essere un bel campionato, ricco di molti derby. Una sorta di interregionale, con realtà importanti come il Palermo o lo stesso Siracusa, qualora fosse iscritto. Per quel che riguarda i rosanero, premesso che il Bari ha fatto un ottimo campionato, ma per me non ha dominato. Con quella squadra avrebbe potuto fare di più. Con Ferrero a Palermo si potrebbero aprire sicuramente importanti scenari per i rosanero, compiendo un percorso simile a quello dei galletti.
Alla luce dei nuovi fatti che hanno coinvolto diverse squadre, tra queste anche il Palermo f, cosa pensa nello specifico, delle condizioni in cui versa il calcio siciliano?
Vedo una brutta situazione, un calcio malato. Vedo poche prospettive per il futuro, molta approssimazione, con società poco strutturate.
Per quel che riguarda la sua ultima esperienza invece, come giudica questa sua avventura ad Acireale?
Positiva. Nonostante le difficoltà societarie e strutturali, viste le carenze del nostro stadio. Ho trovato un gruppo fantastico che ha dato il massimo, con una tifoseria che senza voli pindarici ha accettato i risultati del campo. Tutto questo ci ha fatto andare oltre le nostre aspettative.
Infine a chiusura dell’intervista, ci siamo soffermati sui progetti futuri dell’Acireale, cogliendo accidentalmente forse un vero e proprio scoop.
Sta preparando questa nuova stagione con l’Acireale? Che obiettivi avete?
Onestamente non lo so, ci siamo lasciati con l’idea che probabilmente ci sarebbe stata continuità con il nostro progetto tecnico, ma in realtà, forse per alcune problematiche da risolvere, interne alla società, dal 5 maggio, giorno in cui ci siamo salutati, ad oggi, non ho avuto alcuna risposta, né sentito nessuno. Al momento dunque non so se ritenermi un allenatore libero.