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Pietro Sciotto: “Sognavo di diventare presidente. Lo Monaco è la persona giusta”

Pietro Sciotto, patron del Messina è stato raggiunto da Francesco Lupo ed ha rilasciato una bella intervista per il sito gianlucadimarzio.com ripercorrendo tutta la sua vita e la sua storia d’amore con il calcio “Sono partito da zero. Dopo la mia laurea in materie letterarie ho fatto il professore per alcuni anni ma non ho voluto lasciare la mia terra per trasferirmi altrove. Così ho deciso di ricominciare da capo con l’intento di fare qualcosa di importante restando in Sicilia. Sin da bambino sognavo di diventare il presidente del Messina, per me il calcio è sempre stata una grande passione. La voce rauca che mi ritrovo l’ho ereditata dopo tanti anni in panchina: quando perdevo stavo male almeno per due giorni. Mi piaceva molto studiare, applicarmi e fare le cose in modo dettagliato: speravo di fare qualcosa di più importante come allenatore, ma sono contento per quello che ho fatto. La promozione è arrivata al mio quarto anno da presidente, anche se speravo di raggiungerla prima. Ci sono capitate nel girone squadre come Bari e Palermo, questo ha complicato il nostro percorso”.

Un passaggio anche su questo inizio di campionato,sul passaggio del turno in Coppa Italia, su Lo Monaco e sul pari di Pagani “È stato un bellissimo risultato, peccato per il pari a Pagani ma è il calcio. Ho dato fiducia al direttore Lo Monaco perché penso sia la persona giusta, vedremo: sono molto scaramantico quindi non mi spingo oltre nei pronostici. Per la panchina la scelta è ricaduta su Sasà Sullo che reputiamo un allenatore importante, a cui abbiamo dato un’ottima squadra”.

Il Messina per me è passione condiviso sempre con la mia famiglia. La vittoria dello scorso campionato, infatti, l’ho dedicata a mio fratello Pippo che purtroppo è mancato poco tempo fa. Con lui ho condiviso sempre il mio percorso nel mondo del calcio, sin da quando eravamo bambini”. E qui, inevitabilmente, ritornano i ricordi: “Mio padre aveva un panificio, ci ha cresciuti uniti con tanti sacrifici. Spesso vorrei mollare tutto perché penso di non poter continuare a fare calcio senza mio fratello che era la mia guida”.

Un passaggio anche su un allenatore ed un personaggio del mondo del calcio a cui Messina ed i messinesi sono sempre stati cari: “Sono sempre stato affascinato da Zeman. Come modelli ho sempre guardato più alla panchina che ai presidenti. Sono stato allo stadio Olimpico per l’inaugurazione degli Europei, seduto accanto a me c’era mister Zeman. Ho parlato tanto con lui, confidandogli il mio sogno di portarlo a Messina: ancora, però, non avevamo la certezza di essere promossi in C, così purtroppo si è accasato al Foggia. Per me sarebbe stato un sogno: è un grande allenatore ed è un valore anche per la società per cui lavora, perché valorizza al massimo i calciatori in rosa. Basti pensare a Verratti, Immobile e Insigne che sono protagonisti della nazionale campione d’Europa. Senza di lui non sarebbero arrivati dove sono, parliamo di un mito