Sono passati circa tre mesi dall’annuncio del ritiro , confermato nella sua Messina, e ne mancano un paio al Giro di Lombardia, probabile teatro dell’ultima recita nel ciclismo su strada di Vincenzo Nibali. Superata la metà di questo guado, la lo Squalo fa capolino in Spagna, dove è tutto pronto per l’edizione numero 77 della Vuelta. Sarà il secondo Grande Giro stagionale del siciliano, che dopo l’inatteso quarto posto finale al Giro d’Italia chiude il cerchio con le gare di tre settimane proprio dove aveva messo in bacheca il suo primo successo pesante.
Era la tarda estate 2010 e Nibali veste la maglia verde e blu della Liquigas-Doimo. I favoriti della vigilia secondo i bookmakers sono Denis Menchov e i fratelli Schleck, ma per un motivo o per l’altro nessuno di loro riesce a giocarsi le sue carte fino in fondo. Nibali comincia forte e ben presto scopre che i suoi avversari principali sono i padroni di casa spagnoli: prima Igor Anton, poi Joaquim Rodriguez e infine Ezequiel Mosquera. Il primo cade e si ritira nella 14esima tappa, giorno in cui il siciliano veste la sua prima maglia rossa. Il secondo, il buon Purito, soffia il simbolo del primato allo Squalo due giorni più tardi, prima di naufragare nella cronometro di Peñafiel. Il terzo dà filo da torcere a Vincenzo fino all’ultimo arrivo in quota, ma ha la peggio per 43 secondi (e in seguito perderà quel risultato per la positività al doping). Il 19 settembre di quell’anno, dunque, Nibali diventa il quinto italiano a vincere la Vuelta di Spagna. Il primo dei suoi quattro successi in un Grande Giro. (In foto@GettyImages)