Musa e la sua battaglia contro la malattia
Ezio Musa, una di quelle bandiere biancoscudate amate particolarmente dai tifosi, è ricoverato da circa una settimana all’ospedale di Sora per il peggiorarsi di una grave e pericolosa forma di diabete che lo ha aggredito da tanti anni. Come anticipatoci dal figlio maggiore Cristian, rimasto sin da piccolo, come il padre, un tifoso del Messina, in un primo tempo l’ex attaccante era stato ricoverato all’ospedale di Frosinone, ma visto l’aggravarsi delle condizioni si è pensato al suo trasferimento nel piccolo centro laziale.
Nel cuore di tanti ancora c’è, tutt’oggi, il ricordo di Musa, oggi settantaduenne. Giocatore estroso, militò nel Messina per tre stagioni, nelle prime due in serie C comminò 44 presenze condite da 14 reti, dal 1974 al 1976 con una parentesi prima e dopo in serie B ad Arezzo ed, in seguito, ritornò in riva allo stretto dopo la retrocessione in Serie D nel campionato 1977/78 inanellando 18 presenze e 3 reti.
Ala sinistra, non di grande statura ma dal dribbling ubriacante, ogni sua entrata in area anticipava con buona certezza la concessione di un calcio di rigore a causa dei falliti tentativi dei difensori di fermare le sue scorribande, ma inevitabilmente gli avversari cadevano nella trappola commettendo il fallo che avrebbe determinato il penalty.
Ma un ricordo di Musa rimasto nel cuore di tutti è sicuramente quello legato alla vittoria dei giallorossi a Reggio Calabria nel campionato di serie C 1974/75. Fu proprio Musa a segnare il gol della vittoria al 77′. In quell’occasione il primo Messina di Franco Scoglio era sceso in campo con Lorenzetti, Rossi, Onor, Lo Bosco, Parolini, Lodrini, Picat Re, Gagliardi (dal 57′ Tripepi), Castronovo, Caremi, Musa, ma in quell’anno la rosa annoverava anche Hellies, Nastasi, Polizzo, il giovane Guido De Maria, il portiere Nastasi, Nunziato Pensabene e Lo Monaco
Circa sei anni fa, incontrammo Musa a Fiuggi. Avendo saputo che il Messina del presidente Stracuzzi era in ritiro nella cittadina termale del Lazio, Musa fu felice di rivedere con i propri occhi quelle maglie, quei colori che gli avevano regalato tante gioie e che, insieme ai tifosi, non ha mai dimenticato.
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