Una serata terribile, con una notizia poi smentita, e infine arriva quella vera, confermata dal Team: Fausto Gresini è morto per le conseguenze del Covid. Le sue condizioni erano migliorate in diverse occasioni, senza tuttavia portare a una guarigione, e negli scorsi giorni è stato attaccato a un respiratore meccanico e indotto al coma farmacologico.
Originario di Imola, Gresini ha esordito nel 1982 ed è sempre rimasto nella classe 125. Nel 1985 il primo trionfo mondiale su una Garelli, mentre l’anno successivo non bastarono 4 gran premi vinti per superare Luca Caldarola. Il 1987 è stata invece una stagione a senso unico, con 10 vittorie su 11 appuntamenti. Negli anni successivi ha gareggiato in sella ad Aprilia prima e ad Honda poi, prima di ritirarsi nel 1995.
Due anni più tardi ha iniziato la sua carriera come manager del team che portava il suo nome e che ha vinto due titoli iridati, uno con Daijiro Katoh in classe 250 e uno con Toni Elias in Moto2. In MotoGp vanta 18 mondiali consecutivi disputati, prima con la Honda e poi con l’Aprilia, durante i quali ha più volte chiuso al secondo o al terzo posto con Sete Gibernau, Colin Edwards e Marco Melandri.
Nel suo team correva anche Marco Simoncelli, il pilota italiano morto in gara a Sepang il 23 ottobre 2011. “Tutta la Gresini Racing si stringe intorno alla famiglia, la moglie Nadia e i figli Lorenzo, Luca, Alice e Agnese e alle innumerevoli persone – aggiunge il team – che hanno avuto l’occasione di conoscerlo e apprezzarlo”.