Dopo l’allenamento pomeridiano sotto la pioggia, si presenta in sala stampa il nuovo tecnico del Messina, Karel Zeman. Meno parco di parole rispetto al padre si concede piacevolmente ad una completa intervista in cui, ovviamente, il primo raffronto viene fatto riferendosi all’esperienza messinese del padre Zdeněk Zeman: “Speriamo di fare qualcosa in più, quella era serie B, questa è serie D, allora si è fermato a metà classifica, qui dobbiamo fare un pò di più . La situazione è difficile rispetto alle aspettative, non credo ci sia da disperarsi, ovviamente se si puntava al primo posto si è capito che il Palermo non perdendo punti era e continua ad essere purtroppo inattaccabile, però la squadra in questo momento c’è, sicuramente va riformulato qualcosa perchè gli sforzi economici sono stati troppo eccessivi per non arrivare al primo posto, però sicuramente col lavoro si riuscirà a fare qualcosa di buono.”
La formula sarà quella utilizzata nelle ultime settimane da Pasquale Rando: “Secondo me, tutti possono essere capaci di fare il 4-3-3 è evidente che si devono avere caratteristiche ed abilità tecniche e fisiche che, in questo momento, non ci sono al cento per cento, però anche queste con il lavoro possono essere acquisite, l’importante è avere tutti lo stesso pensiero e voler fare la stessa cosa.”
Il discorso cade, poi, sulle preferenze in merito alla figura del nuovo Ds che la società sta ancora vagliando, circolano nomi di personaggi che hanno già lavorato con Zeman: “Martino e Martello sono due persone che mi hanno dato totale fiducia, con uno sono stato un pò più tempo, quindi, con Martino ho avuto occasione per starci un intero anno, con Martello un pò di meno perchè la società era molto meno organizzata, quindi ho deciso di lasciare presto, sono due persone che stimo ed a cui voglio bene.” A Gela c’era Martello: “L’anno scorso, un pò di cose sono venute a mancare, ma sopratutto la stabilità della proprietà, quando la proprietà vuole lasciare una settimana si e l’altra pure, ovviamente la squadra non può allenarsi come dovrebbe e l’allenatore non può fare il suo mestiere.”
Un estimatore di Karel è l’ex Giacomo Modica: “mi ha fatto il suo “in bocca al lupo”, noi siamo come fratelli quindi, come io tifo per lui, lui fa il tifo per me.”
Fermo dopo la scelta di lasciare Gela: “La panchina mi mancava tantissimo, anche perchè quest’anno ho frequentato il corso Uefa Pro a Coverciano – Zeman si lascia andare ad una battuta – e mi sono reso conto che chi allena squadre di Champions, di A e di B veniva a chiedere a me cosa fare e, quindi, non capivo perchè dovessi stare a casa.”
Zdeněk Zeman, molto apprezzato a Messina dove ha lasciato il segno: “Papà, si sa, la sua storia la conoscete, quando era a Messina ancora era un allenatore libero poi, è stato inquisito e, quindi, la sua carriera, diciamo, è terminata nel ’98 quando si è permesso di essere una persona onesta ed accusare chi non lo è. Anche a Coverciano si parla solo di lui, quando si studia il calcio, poi al di fuori viene detto altro purtroppo, però mi fa piacere che anche se tanti addetti ai lavori non fanno spesso il suo nome, alla gente rimane sempre Zeman.”
La chiosa finale Karel la dedica interamente alla squadra, a quello che dovrebbe essere secondo i suoi desideri ed i suoi dettami: “Sicuramente è una squadra che, almeno parzialmente, andrà rifatta sopratutto perchè, per quello che ho in mente io, è un pò troppo vecchia, Sicuramente c’è da correre un pò di più, purtroppo alcuni per limiti atletici non lo possono fare, anche se sono grandi calciatori. Però, ripeto, tutto sta che il grande cambiamento deve essere di giocare tutti insieme con lo stesso spirito e lo stesso obiettivo, se ci sono tante individualità messe insieme che non collaborano tra di loro è difficile vedere un buon gioco e, conseguentemente, dei risultati.” Il riferimento va agli Over come Coralli, già con il tecnico alla Reggina, Zeman ribadisce il concetto: “rientra un pò in questo discorso, cioè non si discutono i giocatori presi uno per uno, si discute il loro adattamento ad una squadra che deve macinare più chilometri che essere un’accozzaglia di stelle, quindi, se, alcuni di loro, Coralli tra questi, riescono a rendersi utili è un discorso, se continuano a giocare per loro stessi, come magari hanno fatto finora sarà più difficile che possano tornare utili, dipende da loro.”
“E’ difficile dire dove può arrivare il Messina, più che lavorare tutti i giorni per migliorare non si può fare, migliorare significa innanzitutto dare ai tanti tifosi che si sono abbonati ed a quelli che ci vorranno seguire, uno spettacolo più idoneo, se finora non lo è stato. Non ho visto tutte le partite, però so che c’è del malcontento che può essere curato dando delle prestazioni migliori. Le prestazioni migliori devono essere, sicuramente, corroborate dai risultati, questo non lo si potrà vedere dalla prima settimana ma sarà un qualcosa che dovrà crescere di giorno in giorno. Il gruppo è poco consapevole della propria forza, rispetto alle individualità che ci sono, abbastanza timido, però sicuramente voglioso di lavorare. Quando gli ho chiesto se avevano paura dei metodi e di lavorare troppo mi hanno risposto che non vedono l’ora di lavorare tanto, quindi questo mi fa molto piacere.”
La preparazione atletica è salita sin dall’inizio sul banco degli imputati, Zeman, al momento, curerà anche questo aspetto, anche se potrebbe arrivare, in seguito, qualcuno dei suoi collaboratori: “per adesso, per facilitare l’intesa tra di loro sto lavorando quasi sempre a metà campo, quindi, ancora non posso giudicare la loro preparazione perchè per privilegiare un aspetto mi sto rendendo, forse, un pò meno conto su quanto potrebbero reggere su centodieci metri di campo.Oggi è arrivato l’allenatore in seconda (Simone Quintieri, ndr), dovrebbe arrivare un altro collaboratore, purtroppo, se fossi venuto ad inizio anno ce ne sarebbero stati altri, adesso sto cercando di fare in modo che si rendano disponibili anche se sono sparpagliati in mezzo mondo.”