(Il faccia a faccia tra il Sindaco Basile ed i capi Club della tifoseria – Ph. Giovanni Isolino)
Mentre a Zafferana Etnea si cerca di costruire una squadra che possa dare un senso all’ennesima stagione nata male (solo 1 su 7 con riscontri positivi), il fermento in città ha portato alla contestazione della tifoseria consapevole dell’inefficiente visione di un presente e futuro solido per la maggiore espressione calcistica cittadina. Un film forse già visto in passato ma quasi necessario in una grottesca situazione che, su social o chat e nei bar, alimenta sino al parossismo “dicerie” trasformando persino la realtà.
L’Amministrazione comunale sta cercando di migliorare alcuni aspetti della vita cittadina ma l’espressione sportiva non riesce a seguire il cambiamento. E se si fa eccezione per qualche singolo miracolo (Akademia Sant’Anna nel Volley, Top Spin nel Tennistavolo, Ct Vela nel Tennis) che da lustro a Messina in ambito nazionale, per merito di pochi appassionati che riescono a proporre un vero e proprio progetto di costruzione del futuro, quel che resta è fatto da società che per amore o a volte per interesse di varia natura sono destinate a soggiornare nel dilettantismo, con la speranza di sopravvivere nel tempo tra le poche strutture obsolete e spesso trascurate.
Il calcio, come tutti gli sport, è programmazione, è vivere civile, talvolta è lo specchio di qualità della vita e l’Acr Messina di questi anni sembra non offrire niente di tutto questo.
L’incontro tra i tifosi ed il Sindaco non poteva cambiare le carte in tavola ed ha solo partorito un topolino: la promessa del primo cittadino di incontrare l’attuale proprietà dell’Acr Messina.
Ora, non sappiamo con certezza se esista veramente un gruppo/fondo che stia tentando di acquistare il titolo della compagine giallorossa, perchè non c’è un nome, non si è palesata neppure la figura di un referente di questi ipotetici acquirenti, quindi non sappiamo neanche quanto questo passaggio possa essere la reale e giusta soluzione.
Vero è che non sia corretto perseguire il detto “panem et circenses” simbolo di una bassa e riprovevole forma di politica, ma è altrettanto necessario che i rappresentanti della comunità debbano in qualche modo tutelare il diritto al divertimento e ad una vita sana dei propri cittadini, oltre, e forse ancor di più, l’orgogliosa immagine della città e del territorio nel panorama sportivo nazionale ed internazionale come da promesse elettorali