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MESSINA. Si giochi per i tifosi

Una partita terminata nel peggiore dei modi, certifica (se ve ne fosse stato bisogno) le carenze di una rosa allestita malamente e con il chiaro intento di avvalersi del premio minutaggio per quanto concerne l’impiego dei giovani calciatori.

Una classifica che dirada ulteriormente il cielo dalle nuvole e mostra il volto di una squadra condannata a risultati, il più delle volte negativi.

Si era intuito sin dall’inizio che sarebbe stato un campionato di sofferenza, ma adesso sono arrivate anche le lacrime.

Saremo ripetitivi, ma una piazza come Messina non merita questi tristi spettacoli. Eppure gli ingredienti per ripartire sembravano esserci, ma a mancare è stata la società. Troppi errori e forse qualche convinzione di troppo, naufragata giorno dopo giorno. Non si è fatto tesoro degli errori fatti in passato e si è voluto seguire una linea poco convincente.

Non esente da colpe nemmeno il mister. Auteri ha accettato l’incarico ed ha avallato una campagna acquisti con tanti giovani e con over discutibili.

E, mentre dall’altra parte dello Stretto si tenta il ritorno in serie A, nella città peloritana si deve annaspare in una serie C non certo irresistibile, se si escludono le prime tre squadre del girone.

Le parole a volte sono come le foglie, volano via senza lasciare il segno e da qualche tempo il Messina le ha viste volare sulla sua testa.

Tornando al rettangolo verde, i biancoscudati sono adesso attesi martedì in casa di una Fidelis Andria in chiara difficoltà e con mister Cudini a rischio esonero. Le prestazioni del team di Auteri non lasciano ben sperare: attacco inesistente, grossi problemi in fase di impostazione, sovrapposizioni sulle corsie esterne inesistenti e difesa con amnesie ripetute. Il solo Camilleri non può ovviare alle varie falle.

In qualche modo bisogna reagire, bisogna provarci per quei tifosi che durante l’arco dell’ultima gara non hanno mai smesso di incitare la propria squadra del cuore. Tifosi da pelle d’oca e che  pensavano ad un torneo meno tribolato.

A questo punto occorrerà lottare su ogni pallone per ovviare a dei limiti tecnici evidenti, non mollare.  Si può perdere in questo calcio che non è calcio, ma la dignità va difesa con le unghie e con i denti.

In seguito, si tireranno le somme e con un futuro da riscrivere, magari con professionisti in grado di poter regalare un cielo senza nuvole.

 

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