CalcioPrimo PianoSerie CVarie

MESSINA. Se questo è calcio…

Si era capito sin dall’inizio della stagione che sarebbe stata una sofferenza.

Nella passata edizione una salvezza miracolosa e favorita da alcuni eventi aveva indotto ad un pacato ottimismo.

La squadra prima di Sullo, poi di Capuano ed infine di Raciti era stata autrice di un campionato mediocre e che, solo grazie ad alcuni innesti a gennaio, era riuscita ad alzare la testa di qualche centimetro.

Sarebbe bastato confermare l’organico di mister Novelli per ottenere risultati diversi, ma i calciatori che avevano contribuito alla cavalcata vincente, forse non erano adatti per un torneo professionistico, idem per i dirigenti. Lo sono stati, invece, i successivi interpreti di un non calcio che, poi è proseguito nel campionato in corso?

E vogliamo parlare delle mancate conferme di calciatori come Piovaccari, Statella, Rizzo e Russo, fra i pochi a salvarsi nell’ultimo campionato?

È il rettangolo verde a parlare, un giudice supremo che non lascia scampo e che scopre le carte che nel periodo estivo sembravano essere vincenti e con qualche finto jolly. Un rettangolo che ha bisogno che tutte le tessere siano inserite al posto giusto.

I giovani di belle speranze, sbarcati in riva allo Stretto, con l’obiettivo del premio economico relativo al minutaggio e gli over non certo decisivi, unitamente ad altri calciatori confermati che la scorsa stagione, escluso Fofana, erano stati deludenti, evidentemente non possono dare alla squadra un contributo valido per diverse ragioni.

Ripetere in continuazione che il campionato inizia dalla giornata successiva equivale ad un principio di resa e ad un guadagnare tempo che va assottigliandosi con il trascorrere delle giornate.

Bisogna tornare in campo, valutare se continuare a favorire l’impiego dei tanti giovani per il famoso minutaggio, rinforzare una rosa debole e scarsa in alcuni settori. Esiste la volontà di farlo?

Il glorioso Messina annaspa nella coda della serie C, si perché l’Acr è gloriosa, ha una sua storia dipinta da gente che ha amato questa società, che ci ha perso la vita e che ci ha messo il cuore.

Retorica? Assolutamente no. È proprio da questi valori che si ottengono i risultati sperati. Non servono scenette e contorno. Occorrono fatti.

Il Messina bisogna amarlo e sostenerlo come fa una tifoseria che ha pochi eguali in Italia e che da anni aspetta una piccola scintilla per ripartire. Segnale che non arriva.

Si rimane senza calcio? Se questo è il calcio…