Messina calcio | E se il Massimino bis fosse più che una voce? Principi di burrasca in casa Acr e da Licata…..
Da settimane risuona con continuità il nome di Enrico Massimino, patron del Licata e figlio dell’indimenticabile “Turi”, Presidentissimo del Messina targato Scoglio, Zeman sr, Schillaci, Bellopede, Caccia, Rossi e cosi via. Un accenno di burrasca fra la proprietà e i dirigenti dell’Acr avvalora nella tifoseria l’idea che l’imprenditore catanese potrebbe subentrare all’attuale proprietario del Messina Pietro Sciotto che, pare, anche quest’anno non stia riuscendo ad assicurare una striscia continua di intesa con l’ambiente. Le parti non si prendono, evidentemente, e trapela una reciproca insoddisfazione tra proprietà, gruppo dirigenziale ex Camaro e tifoseria organizzata. Così prende corpo e consistenza la voce che vuole Massimino jr porgere l’orecchio ai rumori messinesi. Si aggiunga anche l’intervista, sotto riportata, rilasciata dal patron del Licata nei giorni scorsi e il puzzle prende sviluppo anche se ancora , diciamolo con serietà, siamo nella fase del “potrebbe succedere”. Resta comunque un imperativo categorico per chi ha in mano le sorti del Messina: “Continuare a guardare e curare con responsabilità e dignità il campionato in corso e prestare la giusta attenzione a quanto accade in campo “di domenica”. Per il resto se son rose ….fioriranno o sfioreranno”.
Sulla base di quanto fin qui scritto trasferiamo ai nostri lettori il testo delle dichiarazioni di Enrico Massimino per le loro personali interpretazioni sulla vicenda.
Come riportato da “Extra Time”, il patron del Licata, Enrico Massimino, dice la sua sul momento dei gialloblu e sul futuro del club nei giorni successivi al pari casalingo con il Fc Messina:
“Risultato giusto, partita equilibrata. Il fatto che fino all’ultimo potevamo vincere dimostra che non molliamo mai, ci proviamo sempre. Nella categoria ci stiamo bene. Quest’anno va bene quello che stiamo facendo, ma dobbiamo sicuramente capire se la serie D per noi è un punto d’arrivo oppure un punto di partenza. Per questo non basta solo la società, ci vuole l’aiuto di tutti. Bisogna essere consapevoli che c’è la possibilità, anche con poco, di provare qualcosa di diverso. Non può pensarci solo la società. Un po’ prematuro lanciare appelli, noi dobbiamo raggiungere l’obiettivo minimo della salvezza, dopodiché bisogna capire se va bene così a tutti oppure si vuole alzare l’asticella. Se fosse così, noi ci siamo. Se dobbiamo invece pensare che questa sia la nostra dimensione, dobbiamo riflettere. Siamo un gruppo ambizioso e vogliamo crescere con la giusta umiltà, carattere, consapevolezza di ciò che possiamo fare”.
Massimino a questo punto rilancia: “Stiamo facendo un campionato al di là di quello che era l’obiettivo, voglio capire se è questo il massimo a cui possiamo aspirare. Anche da parte del pubblico qualcosa in più ci si poteva aspettare, nonostante ci sia una grande empatia tra ambiente e squadra. Intanto raggiungiamo la salvezza, non vorrei vedere un grande pubblico soltanto col Palermo. Siamo tutti a voler essere ambiziosi oppure ciò che c’è stato quest’anno è una meteora? Cresciamo, cerchiamo di completare quello che abbiamo fatto finora. Per la salvezza servono meno di 12-13 punti, sappiamo che possiamo migliorare in tutto. Voglio però capire se la D è un punto d’arrivo o di partenza. Io non sono di Licata, ma questo è un posto magico per fare calcio. La struttura ha molte potenzialità, ma c’è bisogno anche di altro, perché abbiamo problemi di illuminazione, umidità e altro, cose che non sono di manutenzione ordinaria. Se dobbiamo pensare in grande ci vuole altro”.