Le due vittorie consecutive dopo l’avvento di mister Michele Lucà in panchina sembravano aver rilanciato la stagione della Messana, che adesso invece si ritrova in piena zona retrocessione per via della delle quattro sconfitte consecutive a cavallo tra la fine del girone d’andata e l’inizio di quello di ritorno. Ko che in qualche modo sorprendono, non solo per gli innesti sul mercato operati tra dicembre e gennaio, ma anche per il gioco espresso che però non ha portato ai punti necessari a tirare fuori la squadra giallorossa dai bassifondi. Anzi, la situazione ora appare quanto mai critica.
E all’orizzonte, c’è la sfida sul campo della Valdinisi. Un autentico scontro salvezza. “Il valore di questa sfida è chiaro – commenta il direttore sportivo Emanuele Rigano -, di fatto è uno spareggio anticipato, lo abbiamo detto anche ai ragazzi. Ci giochiamo molto del nostro campionato, anche se ancora davanti ci sono parecchie partite. La classifica si è accorciata, speravamo onestamente di stare leggermente meglio ma questa è la condizione, bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare. Non ci sono altre ricette. Soprattutto sul campo della capolista Aci Sant’Antonio e contro lo Sporting Viagrande abbiamo giocato un buon calcio, ma non sono arrivati i gol e gli episodi ci hanno punito. Questo è accaduto spesso, purtroppo, durante la stagione. Col Villaggio Sant’Agata hanno inciso molto le assenze, ma merito va anche agli avversari che hanno dimostrato più fame. A Nizza mancheranno Angrisani e Iovine, due perni del nostro progetto. Ma siamo certi che chi li sostituirà farà di tutto per non farne sentire la mancanza”.
Quattro gol incassati nella seconda gara interna consecutiva disputata sabato scorso contro lo Sporting Taormina:
“Nei primi 35 minuti abbiamo giocato alla pari contro una formazione più attrezzata ed esperta di noi, poi gli episodi, due gol in sospetta posizione di offside, ci hanno tagliato le gambe. Gli ionici sanno come gestire le partite, hanno ottenuto con il minimo sforzo il migliore risultato. Ci può stare. Ma adesso, visti anche gli altri risultati, abbiamo bisogno di dare qualcosa in più tutti se vogliamo salvarci. Sul piano tattico e tecnico ci affidiamo al mister, ai giocatori chiediamo di dimostrare quanto credono davvero nel progetto e nei sacrifici che anche loro stanno portando avanti giorno dopo giorno da mesi”.
Dove siete mancati sino ad oggi e dove potete ancora crescere?
“Serve più concentrazione, cattiveria, voglia. Bisogna aiutare il compagno, sentirsi squadra, avere l’obiettivo come stella polare del lavoro. A parole è facile dirlo, poi bisogna portarlo in campo. Sicuramente sarebbe servita qualcosa in più in termini d’esperienza e leadership, maggiore lucidità e cinismo sotto porta e minore tendenza a cedere nei momenti di difficoltà. Conosciamo i nostri limiti, vincere e fare punti aiuta a crescere. Altrimenti diventa dura ma non bisogna mai mollare”.
Forse anche sul mercato si poteva fare qualcosa in più.
“Ci abbiamo provato, tante trattative sono sfumate per motivi non dipendenti dalla nostra volontà. Nel reparto difensivo abbiamo puntato molto su Paolo Lembo, ma l’Acr Messina alla fine ha deciso di non farlo partire per non indebolire la formazione Juniores. Altre piste sono saltate per ragioni economiche in un mercato con cifre davvero spaventose, oggettivamente in alcuni casi esagerate. C’è chi non hanno rispettato la parola data ma nel calcio ci sta anche questo. Siamo contenti di avere tenuti gli elementi chiave. Poi abbiamo inserito Lavecchia, Velardi, Casella, Bruno, Crucitti e Nino De Luca. E’ rientrato Cucinotta dal lungo infortunio. Adesso abbiamo qualche alternativa in più”. Mentre Di Vincenzo resta in stand-by: “Aspettiamo una pronuncia ufficiale dalla Lega, un’interpretazione autentica del regolamento, riteniamo non sia giusto che per colpa di altri, un giocatore per giunta così giovane resti fermo per mesi senza potere giocare”.
Che mesi sono stati, questi, dopo l’esperienza all’Atletico:
“C’è stato e c’è tanto lavoro da fare ma non ci tiriamo indietro. Con il dg Ciccio De Luca c’è intesa totale, lavoriamo spalla a spalla, ci completiamo. Avevo ricevuto anche personalmente altre offerte ma non mi piace lasciare le cose a metà, poi per me il calcio è condivisione, passione, non guadagno. Quindi in questo momento la Messana è una dimensione giusta. È difficile trasferire mentalità e approccio in pochi mesi ma bisogna guadagnarsi tutto con applicazione e umiltà, io la penso così. La società sta provando a rilanciarsi, ovviamente questo è un anno di transizione con tanti problemi da affrontare ma si cerca di non fare mancare niente ai ragazzi nonostante i limiti economici e gestionali. Ottenere questa salvezza, personalmente, vale quanto o forse anche più di vincere un campionato”.