Il corteggiamento per Federico Chiesa pensi che possa andare a segno o l’Europeo può valorizzarlo e renderlo inaccessibile per i giallorossi? Intanto Ramadani, il suo procuratore, nei prossimi giorni sarà nella capitale.
“Chiesa ha un contratto che scade nel giugno del 2025. Il ragazzo ha caratteristiche ben precise, che si sposano alla grande con l’idea di calcio di De Rossi: sa puntare l’uomo, saltarlo, creare superiorità numerica, mettere nel panico le difese avversarie. Forse non è centralissimo, invece, per il progetto di Thiago Motta. Questi primi incontri che si avranno anche col procuratore serviranno proprio a capire se ci sono le condizioni per costruire una trattativa. Di certo è un giocatore che sa fare la differenza e che piace tantissimo dalle parti della capitale”.
“Questa possibilità è molto concreta. Dal punto di vista professionale piace all’allenatore capitolino, che è stato convinto dalle sue prestazioni. Credo che tutte le componenti della Roma siano d’accordo (la proprietà, Ghisolfi e De Rossi stesso) che alle giuste condizioni debba tornare (…)”.
“La Roma andrà su un grande centravanti, dopo che avrà fatto Tammy Abraham in uscita. L’attaccante inglese deve esser ceduto per poter andare su un grande nome. Per il cartellino di Abraham servono almeno 25 milioni di euro ed a questi vanno aggiunti i 6 milioni netti di risparmio all’anno per l’ingaggio del calciatore.
Verrà preso un centravanti in grado di dialogare, partecipare attivamente al gioco, come piace, insomma, all’allenatore della Roma.”
Ti risulta che prima di affondare per Florent Ghisolfi, la Roma abbia pensato al ritorno di Daniele Pradè?
“Non mi risulta, ma tra i nomi di dirigenti che piacciono tantissimo a Daniele De Rossi c’è quello di Nicolas Burdisso, che aveva anche anticipato il suo addio alla Fiorentina (…). La dirigenza di una società, però, la decide la proprietà”.