Corre la stagione 1988/89, il Messina si presenta ai nastri di partenza del campionato di serie B con l’emergente Zdenek Zeman in panchina e con alcuni giovani di belle speranze arrivati grazie al mercato estivo. In riva allo Stretto arrivano Ciucci, Modica, Cambiaghi, Losacco, Picasso, Mandelli e Grandini.
Quest’ultimo, terzino sinistro, milanese, alle prese con il servizio di leva, non ha ancora compiuto 20 anni e proviene dal Pavia.
I biancoscudati si preparano a disputare un torneo di buon livello e così sarà. Lo stesso Grandini, malgrado qualche infortunio di troppo, verrà impiegato spesso dal tecnico boemo che, negli anni seguenti lo allenerà a Foggia in serie A.
Appese le scarpette al chiodo, non dopo aver indossato anche le maglie di Valdagno, Triestina e Novara, Grandini ha intrapreso la carriera di allenatore e ricorda con emozione i suoi trascorsi in Sicilia.
Gualtiero, una sola stagione tra le fila del Messina, nella quale hai lasciato dei ricordi positivi…
Ebbene sì. Ricordo che arrivavo dal Pavia e per me, Messina era la prima squadra importante della mia carriera. Ero molto giovane e proprio quell’anno ero impegnato nel servizio di leva.
Arrivato dal lontano Nord, come ti sei trovato nella città peloritana?
Ricordo con grande piacere il clima, mi sembrava di essere sempre in vacanza. Alloggiavamo a Santa Margherita e avevamo il mare vicino. Stupendo.
Hai avuto il primo Zeman come allenatore, che impatto hai avuto con lui?
Con il boemo ho scoperto il piacere di stare sul terreno di gioco per divertirmi. A quei tempi praticava un calcio diverso rispetto ad altri. I suoi allenamenti erano tosti, ma i risultati arrivavano puntuali. L’unico appunto che potrei fare a Zeman, è che non tutti i calciatori possono svolgere determinati carichi. Io, per esempio, dopo il primo infortunio pesante avuto proprio a Messina, avrei, forse, dovuto osservare degli allenamenti con tabelle diverse, ma stiamo parlando di diversi anni orsono.
Che stagione fu?
Certamente un’annata da ricordare. Ci piazzammo al settimo posto, la squadra poteva contare su De Simone, Da Mommio, Modica, Losacco, Ciucci. In avanti giocava gente come Cambiaghi, Schillaci, Pierleoni, Mossini…
Proprio il settore avanzato era il punto di forza della squadra. Ricordi Schillaci?
Toto’ era un grande calciatore. Quando giocavamo in casa partivamo con un gol di vantaggio, era imprendibile e faceva delle giocate straordinarie. Il discorso cambiava nelle trasferte, dove a volte spariva. Questo a Zeman non piaceva e spesso i due erano in contrasto. La squadra a volte ne risentiva. Una volta Zdenek lo mise in panchina, da quel momento qualcosa cambiò. Alla fine del campionato, Schillaci realizzò una caterva di reti.
Con quali compagni hai legato maggiormente?
Sicuramente con Paolo Mandelli, perché ci conoscevamo da tempo. Io provenivo dalle giovanili della Pro Sesto, lui da quelle dell’Inter, in più quell’anno viaggiavamo insieme per via del servizio di leva che condividevamo. In seguito ci siamo ritrovati a Foggia, con noi c’era pure Picasso.
Il Messina giocava bene e produceva spettacolo. Cosa è mancato per piazzarsi nei primissimi posti?
Vincevamo quasi tutte le partite in casa, mentre andavamo male in trasferta. Il pubblico al “Celeste” faceva la sua parte. Lo stadio era sempre pieno. L’entusiasmo dei tifosi ci metteva le ali.
Andato via da Messina, sei riuscito a giocare anche per due anni in serie A. Contento per la tua carriera?
Ho perso diverse stagioni per degli infortuni, forse potevo ottenere di più. Credo che alcuni allenamenti mi hanno fatto più male che bene, ma ormai non si può tornare indietro. Tuttavia, mi sono tolto tante soddisfazioni.
Sei rimasto nel mondo del calcio cimentandoti da allenatore. Esperienza positiva?
Ho allenato per parecchi anni nei settori giovanili di Cittadella e Padova. Due anni fa ho provato a fare il primo allenatore, ma il Covid, non ci ha aiutato.
Vuoi spedire un saluto ai tifosi del Messina?
Auguro Loro di tornare nelle categorie superiori. Di Messina ho tanti ricordi belli e il sostegno dei supporters peloritani non si potrà mai dimenticare.
Gualtiero Grandini ha giocato una sola stagione a Messina, ma è stata sufficiente per mettere in mostra le sue ottime qualità : velocità, unita a dribbling e capacità di arrivare al cross con estrema facilità.