SuperNews ha intervistato Mattia Bellucci, tennista azzurro numero 412 del ranking ATP. Il 21enne di Busto Arsizio vanta finora la vittoria di 5 trofei ITF, di cui quattro conquistati nel 2022, l’ultimo arrivato con il terzo trionfo a Monastir, in Tunisia. Bellucci, che dal 2021 al 2022 ha scalato 268 posizioni nella classifica ATP, ha parlato dei suoi ambiziosi obiettivi, analizzando inoltre il suo percorso tennistico e i risultati raggiunti negli ultimi tornei.
Mattia, il 2022 è praticamente all’inizio e hai già portato a casa 4 titoli: 3 di questi nel torneo su cemento di Monastir, in Tunisia, e il quarto nel M15 Poitiers (ITF), in Francia, su cemento indoor. Quanto sei orgoglioso dei risultati raggiunti fino ad ora? Il cemento è ufficialmente il tuo migliore amico…
Sono tanto orgoglioso, non tanto dei tornei che ho vinto, che considero una conferma, quanto del nuovo percorso che ho intrapreso da ottobre dello scorso anno, quando ho preso la decisione di allenarmi non solo con mio padre, ma anche e prevalentemente con un altro coach, Fabio Chiappini. Con lui ho un rapporto davvero super e mi alleno a pochi chilometri da casa, e questa è una fortuna per nulla scontata. Tornando ai tornei, sono davvero felice perché credo di aver sfruttato le occasioni che mi si sono presentate. Da settembre-ottobre dell’anno scorso sento di essere cresciuto tantissimo a livello tennistico. Avevo un livello assolutamente inferiore rispetto a quello espresso negli ultimi tornei disputati e vinti. Il 15mila dollari di Poitiers credo sia stato quello che ho giocato meglio finora in questa stagione, anche se è vero che da sempre il cemento indoor e le superfici veloci sono quelle che preferisco. Devo dire, però, che nell’ultimo periodo preferisco giocare all’aperto, anche perché stiamo lavorando tantissimo sul dritto e ho bisogno di tempo per immagazzinare tante informazioni, dal momento che ho cambiato un po’ il movimento tecnico, e giocare all’aperto mi dà più tempo per farlo.
Nel 2021 eri n.680, attualmente invece sei n.412 del ranking. Hai scalato 268 posizioni. Sei soddisfatto di questa ascesa? Quale posizione nel ranking ti sei prefissata come obiettivo stagionale?
Da prima che iniziassi questo percorso con Fabio Chiappini, i primi tornei li giocavo da 800 del mondo. Sicuramente sono felice, perché non mi aspettavo di scalare così tanto in queste tempistiche, anzi, all’inizio dell’anno mi ero prefissato l’obiettivo di raggiungere la posizione 450 entro la fine della stagione. Sapevamo che avrei potuto giocare a buoni livelli, ma eravamo anche consapevoli di avere davanti un lungo percorso da fare, soprattutto con il lavoro sul dritto, perché ho sempre giocato naturalmente meglio di rovescio. Tuttavia, devo essere sincero: questo grande salto nel ranking mi fa molto piacere, perché mi dà la possibilità dal mese di luglio di giocare Challenger praticamente tutte le settimane e di giocare tornei più importanti, come quelli che sto disputando adesso. Il mio ranking, quindi, è una buona base.
In un’intervista dello scorso febbraio rilasciata a “Il Blog del Tennis” tuo padre Fabrizio Bellucci ha dichiarato che uno dei tuoi obiettivi è quello di entrare, con il passare del tempo, nei primi 100 al mondo. Se manterrai gli standard, scalando da un anno con l’altro molte altre posizioni, l’obiettivo si avvicinerebbe tanto. Potresti replicare un’ascesa così importante?
L’obiettivo è sicuramente quello di entrare nei primi 100 del mondo, un obiettivo che credo sinceramente di poter raggiungere per le qualità che ho, ma è necessario del tempo e lavorare bene. Ovviamente più si sale, più è difficile scalare posizioni, quindi replicare la scalata di tutte le posizioni dal 2021 al 2022 significherebbe giocare particolarmente bene. Sicuramente, però, la 100esima posizione nel ranking è il nostro obiettivo di lungo periodo: con costanza, con poche cose alla volta ma fatte bene, aspiriamo a raggiungere quel risultato. In questo periodo sono davvero pieno di stimoli, non posso negarlo. Spero di riuscire nell’intento.
Sei entrato tra i migliori otto giocatori del 25mila dollari di Kiseljak, in Bosnia. Hai conquistando l’accesso ai quarti di finale, perdendo poi contro De Loore 6-3 6-4. Cosa non ha funzionato in quel match?
Come ho detto, sulla terra sono ancora all’inizio di un percorso. Non è che io non abbia mai giocato prima su questa superficie, ma al livello in cui sto competendo in questo momento sulla terra ho pochissime partite rispetto a quelle che ho sul cemento. Anche a livello di gestione della partita e di servizio, che è uno dei miei colpi migliori, faccio ancora un po’ fatica perché mi manca esperienza. Poi, De Loore è un buonissimo avversario, che è stato 170 del mondo ed è successivamente sceso di ranking a causa di un infortunio. Il belga ha giocato un buonissimo match e ha poi vinto il torneo. La partita che ho disputato contro di lui è stata forse la migliore che ho giocato nel torneo. Sono cresciuto di partita in partita e sono abbastanza soddisfatto di questo. L’obiettivo sulla terra è quello di giocare tanti tanti match, a partire dai tre già giocati. Stiamo lavorando bene e speriamo di continuare così.
Quali saranno i prossimi tornei che disputerai? Ti sentiresti già pronto per un torneo ATP?
La prossima settimana giocherò a Grasse, 25mila dollari sulla terra in Francia, e dopo andremo in Svizzera, a Klosters, per provare un altro 25mila dollari, questa volta in altura. Per quanto riguarda la seconda domanda, non voglio essere presuntuoso e dirti di sì, però è quello a cui puntiamo e che cercheremo di raggiungere in 1 o 2 anni. Sicuramente mi farebbe tanto piacere giocarlo, anche per mettermi alla prova. Ci sono dei giocatori con cui è più difficile misurarsi, altri con cui è impossibile farlo, e altri ancora con cui è più facile perché magari li affronti non nel loro momento migliore. Quello che sicuramente fa tanto la differenza, quando si giocano tornei di quel livello, è l’esperienza. Mi piacerebbe provarci, ma al momento dico di no.
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