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MAGDA E LA BOXE- I pugni per il riscatto sociale

Magda, all’anagrafe Majda Amassafi, nata in Marocco ma a Messina dall’età di tre anni, ex atleta di Kickboxing e K1, è oggi una persona senza pregiudizi, una donna che è riuscita a guardare con amore i propri errori, i propri passi falsi (risse giovanili, denunce, tribunali) senza scordare mai niente e pronta ad affrontare di petto la società odierna e poter  riuscire a trarre benefici umani soprattutto da parte dei giovani. 

Si racconta, confessando che nel suo periodo adolescenziale, i suoi obiettivi erano sicuramente altri e tra questi lo sport non era nei piani”. “Sicuramente – spiega – ero a conoscenza delle mie potenzialità ma non pensavo di poter avere delle capacità a livello sportivo, dato che prima di “aver toccato il fondo” non ne avevo mai praticato uno e non ero a conoscenza del grande cambiamento interiore mentale e delle grandi opportunità che esso può regalare”. 

A chi sostiene che Kickboxing e K1 sono sport violenti  Magda risponde: “Non li biasimo, d’altronde sono sport di contatto pieno, praticati con calci, pugni, ginocchiate e chi più ne ha più ne metta.  Ma per esperienza personale posso dire che ciò che non appare agli occhi delle persone, soprattutto e sottolineo di un genitore, è che prima di tutto, ciò che viene insegnata è la disciplina e il rispetto verso il prossimo, per non parlare dello spirito di squadra che sta alla base.

Sfatiamo un mito  – prosegue -e si sofferma  sulla differenza tra le due discipline: La Kickboxing prevede calci bassi , medi ed alti, mentre la K1 in aggiunta ha le ginocchiate senza presa. “La donna che pratica  oggi uno sport visto dalla società come sport prettamente maschile, non è in linea con ciò che la comunità ritiene, dice l’atleta, pertanto sono la prima che si arrabbia quando le si spezza un’unghia dentro un guantone. Riguardo ai benefici fisici e corporei, beh poco da dire, mi sembra chiaro che porti vantaggi estetici, dato che al giorno d’oggi l’immagine è diventata di vitale importanza per acquisire un autostima maggiore che ti arriva, però, da sacrifici, da duri allenamenti e sana alimentazione”.

Parlando del suo passato da agonista, Magda ricorda la partecipazione ad una delle più grandi manifestazioni mondiali chiamata “Enfusion”,dove dovetti – racconta – affrontare per la categoria 51.500 Kg la campionessa in carica. Nonostante le mille paure, ansie e il tormento di non potercela fare essendo una persona alquanto emotiva e turbata spesso e volentieri dall’ansia da prestazione, ho affrontato quell’incontro a testa alta mettendoci tutta me stessa e in quel caso la vittoria più grande fu vedere la gioia della mia famiglia, delle persone a me care e del mio team, fieri della mia prestazione” .

A chi inizia ad approcciarsi a queste discipline la Magda consiglia: “Il consiglio che mi permetto di dare, in primis alle donne e’ quello di valutare tutto come un beneficio psico-fisico dal quale sicuramente saranno tratti benefici mentali, estetici e senz’altro d’amor proprio. Idem per quanto riguarda i ragazzi e le ragazze che con la società odierna non hanno ben chiaro che lo sport in se è di vitale importanza per la crescita personale ed umana”. 

“Il movimento femminile – prosegue –  e la parità dei sessi è in crescita, però al giorno d’oggi, il nostro è ancora visto come sport prettamente maschile, per questo io mi batto e cerco di far comprendere e portare sempre più donne/ragazze ad avvicinarsi e conoscere questa disciplina. Ogni donna deve avere di base nella vita la conoscenza di una difesa personale e non parlo solo a livello verbale dati gli innumerevoli casi di violenza sulle donne ”.

“Durante il lockdown –  che ha visto la chiusura delle attività per emergenza Covid –   Magda ha cercato di mantenere il più possibile in forma corpo e mente allenandosi in video-lezione con il suo  team, da cui ha tratto pochi benefici perché psicologicamente ha scombussolato per un periodo le sue abitudini che ancora  oggi sta cercando di recuperare. 

Parlando degli obiettivi futuri l’atleta afferma: “Alla soglia dei 27 anni mi reputo abbastanza soddisfatta del mio “ inaspettato” percorso sportivo/umano e date le mie esperienze e soddisfazioni in campo, posso dire che ad oggi col senno del poi bisogna, si puntare in alto nella vita, ma cogliere sempre l’occasione di tutto ciò che la vita ci riserva e non sottovalutare mai le piccole occasioni che un domani possano rivelarsi straordinarie nel percorso di crescita personale”.