Tante storie s’intrecciano nel calcio, a volte sono solo dicerie o sogni non realizzati, altre volte accade che capita l’occasione giusta e non la si coglie. Campionato 2006/2007, il Messina è in serie A, l’anno prima si era chiusa l’era Mutti, sostituito da Ventura, ed il Messina concludeva la propria stagione al terzultimo posto. Sarebbe stata Serie B per i giallorossi che, invece, rimanevano nel massimo campionato, lasciando la zona retrocessione dopo la condanna per illecito sportivo inflitta alla Juventus. Quell’anno nel Messina tirava aria di cambiamento, il posto di direttore sportivo dall’anno precedente era stato affidato a Marco Valentini, mentre per quello di allenatore fu chiamato l’ex bomber Bruno Giordano. Fu un anno disastroso, con continui cambi in panchina (da Giordano a Cavasin, di nuovo Giordano sino alla 34^ giornata in cui fu chiamato ad un’impresa disperata Bruno Bolchi) che culminò con il piazzamento all’ultimo posto e la retrocessione. Sul finire della stagione, l’allora Responsabile del Settore Giovanile, Claudio Lucchini decise di far partecipare la squadra degli Under 17 al “Trofeo Beppe Viola” ad Arco in provincia di Trento. L’under 17 del Messina schierava, tra le sue fila, talenti locali come Giuseppe Rizzo (Serie A, B e C con Pescara, Reggina, Perugia, Pescara,Vicenza. Quest’anno alla Salernitana), Marco Crimi (Nazionale Under 21, Serie A e B con Bari, Grosseto, Latina, Bologna, Carpi, Cesena, Entella. Quest’anno allo Spezia), solo per citarne alcuni. Come è prassi consolidata, quando si partecipa a tornei di un certo spessore, il Messina pensò di avvalersi anche delle prestazioni di qualche giovane calciatore tesserato da squadre minori e segnalato dai propri osservatori.
Dirigente accompagnatore di quella squadra era Nuccio Beccaria che, mentre viaggiava per recarsi ad Arco, passò dalla stazione di Verona dove sarebbe arrivato un tesserato del settore giovanile del Sorrento: “Ricordo ancora quando scese dal treno quel giovane col ciuffo biondo, che portava la valigia con quella sua camminata caracollante, accompagnato dalla madre. Il suo nome era Ciro Immobile”.
Il Messina disputò la prima partita del torneo contro il Parma, non vinse, quel ragazzo biondo non segnò, ma Beccaria non potè fare a meno di notare le qualità e la voglia di quel ragazzo sceso dal treno a Verona e che, adesso, indossava la maglia giallorossa. La stessa sera, il dirigente messinese chiamò Lucchini invitandolo ad informare il Ds Valentini così che, in tempi brevi, si instaurasse una trattativa con il Sorrento per l’acquisizione del cartellino di Immobile.
E qui, si intrecciano i racconti del dirigente messinese Nuccio Beccaria e di Guglielmo Ricciardi, ex Responsabile del Settore Giovanile del Sorrento, anche lui convinto quanto fosse speciale “quel ragazzino col gol nel sangue, capace di sbagliare un gol facile e subito dopo farne uno impossibile anche solo da pensare”. Si, perchè proprio Ricciardi, qualche anno fa, confermò a Gianluca Di Marzio che, in quel 2007, “la prima società a volere Immobile, storia che sanno in pochissimi, fu il Messina che, in quel momento, era in serie A. L’osservatore di riferimento era Mario Falcone, ci incontrammo a Pompei, proprio per parlare di Ciro, in quell’occasione chiudemmo l’operazione sotto l’aspetto economico: il Messina aveva praticamente preso Immobile, per la stessa cifra con cui, dopo qualche mese, lo prese la Juventus.”
Ma, allora, cosa accadde? Perchè il Messina non tesserò Immobile? Per dare una risposta a queste domande, torna utile riascoltare il racconto di Beccaria perchè, dopo la telefonata che innescò l’operazione Immobile e portata quasi a conclusione dall’osservatore con la società del Sorrento, ci fu la brusca frenata del Direttore Sportivo del Messina, Valentini che, secondo le voci di allora, ritenne onerosa quella che sarebbe potuta essere la richiesta economica (qualche decina di migliaia di euro) di un ” eventuale ipotetico” procuratore del giovane ragazzo campano.
Per la cronaca, il torneo lo vinse la Juventus, al secondo posto si piazzò il Milan, mentre la Lazio, che eliminò il Messina, arrivò terza.