L’ex Cardelli: Messina indimenticabile. Modica un condottiero. I campi d’allenamento?
Il Messina da pochi mesi aveva salutato, non senza rimpianti, il maestro boemo Zeman. Alle porte la stagione 1989/90.
In riva allo Stretto arriva in veste di allenatore, il giovane Francesco Scorsa. La rosa peloritana vanta in organico calciatori del calibro di Modica, Protti, Ciucci, Da Mommio, De Simone, Cambiaghi e Di Fabio.
Diversi i nuovi innesti, tra questi dalla Sambenedettese approdano nell’isola, il centrocampista centrale Ficcadenti e l’esterno offensivo Cardelli, due giovani di belle speranze.
Proprio Cardelli si rende autore di belle prestazioni e di una rete siglata nella vittoria al “Celeste” contro l’Avellino.
Il campionato, malgrado l’ottimo inizio, non va bene e soltanto con il drammatico spareggio di Pescara, avversario il Monza, il Messina riesce a salvare la serie B.
Massimo Cardelli ricorda molto bene quell’annata.
Rammento che partimmo speditamente, favoriti da una preparazione atletica approssimativa. Mister Scorsa non riuscì a tenere a bada uno spogliatoio grondante di personalità. Il presidente Massimino fu costretto ad esonerarlo e a ingaggiare Buffoni. Il tecnico fece un gran lavoro.
Ci impegnammo tutti a raggiungere l’obiettivo salvezza e anche se dentro lo spogliatoio c’erano diversi problemi, vincemmo grazie ad un gol di Doni lo spareggio di Pescara contro il Monza.
A mio parere, determinanti per la permanenza in cadetteria furono il bomber Protti e Giacomo Modica, un trascinatore. Si impegnarono sino alla fine per difendere i colori della città.
Al termine del campionato sommasti 24 presenze e una rete, in una categoria molto più difficile di quella di adesso. Non male…
Devo dire che fui soddisfatto. Anche se chiuso nel mio ruolo da Cambiaghi che era fortissimo, riuscii a ritagliarmi il mio spazio. Ero caratterialmente mite e in quel contesto pagai dazio.
L’anno seguente altro cambio in panchina: arriva Beppe Materazzi…
Iniziai con grande speranza, ma dopo 5 presenze, subii un gravissimo infortunio: rottura dei legamenti crociati. Stagione terminata.
Ripartii dopo quasi otto mesi nel torneo successivo con Colautti, non trovai spazio e andai via a malincuore.
Cosa ti è rimasto di Messina?
Sono stati degli anni che non dimenticherò mai e che tutt’ora mi porto nel cuore. Erano campionati difficili e ti ritrovavi a giocare contro calciatori che di questi tempi giocherebbero in grosse squadre di A, mi riferisco a Maiellaro, De Vitis, Chiorri Catalano, Bivi, Palanca, Marulla.
Tornando a Messina, ricordo che i tifosi mi sostennero sin dal primo giorno. Un ambiente fantastico. E lo stadio “Celeste” un catino ineguagliabile. Ero molto giovane, con una testa diversa avrei colto risultati diversi.
La tua carriera, lontano da Messina continuo’ per tanti anni…
Continuai a giocare nelle categorie inferiori superando anche i 40 anni. Dopo aver smesso di dare calci al pallone, ho indossato i panni dell’allenatore e quest’anno sulla panchina della Palmense in Promozione, abbiamo ottenuto la meritata salvezza nell’ultima giornata di campionato.
Vuoi svelare qualche curiosità durante il tuo periodo in Sicilia?
Ricordo che per fare gli allenamenti dovevamo chiedere ospitalità ad una caserma, se non sbaglio la Ventiquattresima Artiglieria. Altre volte andavamo addirittura a Catania alla Playa, dal presidente. Quando arrivavamo, Massimino aveva gli occhi che gli brillavano. Impossibile avere un campo di allenamento tutto nostro. Forse vi era anche qualche questione politica. Ma adesso la squadra dove si allena?
Vuoi lasciare qualche messaggio ai messinesi?
Ho visto alcune partite quest’anno e devo dire che la squadra di Giacomo ha giocato a buoni livelli. Modica e’ un bravo tecnico. Spero che Messina calcistica torni ai livelli che le competono. I tifosi meritano grandi soddisfazioni, io continuerò a seguirli con grande affetto.
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