(Nella foto: Inizio gara Messina-Avellino – Foto Franco Raffa)
Il Messina centra la terza vittoria consecutiva facendo della sofferenza la propria arma. Potremmo dire “gioco all’italiana” con il fatidico “primo non prenderle”, il contropiede al servizio della squadra. Fatta eccezione della trasferta di Viterbo, infatti, i biancoscudati soffrono tanto con l’Avellino, sopratutto nella prima parte di gara quando deve ergersi a protagonista il portiere Fumagalli che, tra miracoli ed esperienza, respinge tutte le conclusioni verso la sua porta, incita i compagni ad una maggiore attenzione ed addormenta il gioco perdendo tempo nei momenti opportuni. I due sostituti in panchina avrebbero tanto da imparare da lui e ci piace pensare come poteva essere diversa la situazione attuale di classifica se al posto loro avessimo avuto a difesa dei pali la coppia Fumagalli-Caruso, un esperto ed un giovane dal fisico imponente. Infine, è evidente come la prestanza caratteriale di almeno tre dei nuovi arrivati abbia cambiato lo spirito in quasi tutta la rosa.
Ma andiamo alle nostre soggettive valutazioni:
Fumagalli: abbiamo già detto quasi tutto in premessa. Carattere da portiere di una volta, riflessi felini (vedi la doppia respinta su rovesciata e tocco errato verso la porta del compagno Fofana), intuito come nel caso della respinta di piede su conclusione ravvicinata di Russo. Voto 9
Berto: non è un terzino e si vede, mandato nella ripresa dal lato sinistro ha la fortuna di trovare un Avellino meno arrembante ed il trottolino Kanoute già stanco. Voto 6,5
Ferrara: forma una coppia ordinata con il compagno di reparto. Certo alcune conclusioni degli avversari arrivano proprio dal centro, spazzano quando possono. Voto 6,5
Ferrini: idem come sopra, i due sono poco appariscenti ma ordinati:. Voto 6,5
Trasciani: primo tempo alla frusta per lui che non è un terzino, meglio nella ripresa anche se becca il cartellino. Voto 6
Kragl: nel primo tempo soffre la supremazia territoriale e le incursioni degli irpini. Non è mai superficiale ed i suoi appoggi sono, comunque, corretti. Bello scatto nella ripresa con conclusione respinta dal portiere ospite. Questo dimostra come la sua tecnica è nettamente superiore a quella di molti compagni. Voto 7
(33′ st Iannone: entra per far muro a centrocampo. Gioco facile. S.V.)
Fofana: sta ritrovando continuità di gioco, anche se alcuni errori banali in appoggio ne penalizzano la prestazione. Voto 6
(20′ st Marino: sta ritrovando sé stesso il giocatorino visto bene nelle prime settimane e poi perso in panchina negli ultimi mesi. Entra in campo con il giusto piglio. Voto 6.5)
Mallamo: fa coppia con Fofana davanti alla difesa, non commette gli stessi errori del compagno di reparto. Più utile in copertura. Voto 7
Catania: il gioco attuato dal Messina gli permette di svariare in spazi larghi quando la squadra riparte in contropiede. Il suo pregio di superare gli avversari in velocità viene troppo spesso sminuito dal difetto di alzare poco la testa o sbagliare il classico ultimo passaggio. Voto 6,5
(33′ st Fiorani: è una costante, quando entra in campo ci mette voglia al servizio della squadra. S.V.)
Balde: anche lui, come Catania, vola negli spazi liberi lasciati dagli avversari propensi ad attaccare. Questo gli permette di concludere a rete, a differenza del passato. Un pizzico di fortuna sul primo gol reso imprendibile dal tocco di Casarini. Voto 7,5
(40′ Zuppel: solo per fare a spallate ma non si tira indietro. S.V.)
Perez: non è l’attaccante gollifero che molti si aspettavano (lo è stato solo in 2 campionati su 14), ma riesce a fare reparto da solo aprendo i varchi per i compagni, peccato che ne approfitti il solo Balde. Voto 7,5
(20′ st Konate: entra nel suo ruolo naturale, non commette errori, anzi…Voto 6,5)
mister Raciti: probabilmente parla ai suoi giocatori con gli stessi toni pacati che usa con i media e questo atteggiamento smorza le pesanti preoccupazioni dei tanti giovani in rosa. Poi, a conferma che nel calcio non si inventa nulla, se non le giocate eccezionali dei singoli calciatori, torna al “calcio antico”, quello fatto con 10 difensori e contropiede che tanti tecnici hanno accantonato o dimenticato non riuscendo così a porre le contromisure. A conferma di quanto detto, andatevi a guardare il rapporto tra calci d’angolo “contro” con quelli “a favore” nelle ultime tre partite. Non esperto ma sicuramente furbo. Voto 7