LATINA-CAOS – Contestazione con Di Donato a rischio
Le parole del direttore sportivo del Latina, Marcello Di Giuseppe, al termine della gara persa dai nerazzurri contro il Messina nella 29esima giornata del girone C di Serie C, riportate dai colleghi di TuttoLatina.com.
La contestazione dei tifosi a fine gara e Di Donato che va a parlare con il pubblico.
“La mia presenza è dovuta al chiarimento tra il mister e il gruppo di tifosi. Lo stress a fine partita è grande, Daniele non se l’è sentita di venire in conferenza stampa ma non ci sono altri motivi particolari”
“C’è poco da dire, al di là della classifica. Io continuo a guardare avanti senza guardare la classifica. Parlare di obiettivi è solo una chiacchiera, la squadra non può approcciare a livello agonistico le partite in questa maniera. Una gara del genere va approcciata alla morte e mi dispiace perché in questi due anni, gare del genere il Latina le ha quasi sempre vinte. Ci dobbiamo guardare indietro adesso? Iniziamo a fare i punti, arriviamo a quota 42. La preoccupazione è quella di rimettere dentro una cattiveria agonistica che oggi è mancata completamente”.
È mancata solo la cattiveria o qualcuno sta rendendo meno?
“Queste sono valutazioni che facciamo e che bisogna fare. Se si perde significa che viene meno anche il singolo, ma nella partita di oggi è mancata la squadra nei singoli per questo il disastro è completo. Il naufragio è stato quasi generale e non può succedere perché i giocatori devono rendersi conto che devono saper perdere e avere un altro atteggiamento. La prestazione tecnica deve essere sempre accompagnata da una prestazione agonistica di un certo livello. Oggi abbiamo perso contro un Messina che non mi è sembrato neanche così cattivo come deve essere una squadra che vuole salvarsi. Non siamo stati pronti contro una squadra che ha fatto la sua onesta partita”.
La dirigenza si è stretta intorno alla squadra in una settimana difficilissima, come se ne viene fuori?
“Le parole contano poco. Adesso dovrei dire che si deve lavorare e le solite frasi fatte ma non mi piace. Abbiamo toccato il fondo e ora ci dobbiamo rompere il culo per dimostrare di avere le palle. Noi non siamo partiti per vincere il campionato ma voglio vedere uno spirito diverso perché quello che ho visto oggi è inaccettabile. Noi dobbiamo perdere perché gli altri ci hanno messo più voglia di noi, se questo non succede significa che abbiamo un problema”.
Avete pensato anche ad un cambio in panchina?
“Io ho parlato con la squadra da solo e poi parlerò col mister e la società. Tutti insieme valuteremo in tutta tranquillità la situazione. Il discorso è un po’ particolare, dobbiamo continuare a crederci e Di Donato deve trasmettere a noi la convinzione che anche lui crede nel gruppo e la squadra. Anche la squadra, però, ci deve dimostrare di credere in noi e nel progetto.
Purtroppo in campo vanno loro però. Ho parlato con i ragazzi, sono delusi ma non basta perché bisognava pensarci prima. L’allenatore l’hanno cambiato tutti e per molto meno, ma noi continuiamo a credere in quello che stiamo facendo. I giocatori devono tirare fuori le palle dal punto di vista caratteriale”.
I giocatori hanno sfiduciato Di Donato?
“L’ipotetico cambio del tecnico potrebbe voler dire metterli di fronte alle loro responsabilità ma in questo momento noi dobbiamo ragionare bene sulle cose. Il direttore e l’allenatore hanno le loro responsabilità ma in campo non giochiamo noi. Non credete alla favole che dopodomani arriva un altro allenatore, la squadra vince e lui è un fenomeno perché io non credo a queste cose. Il discorso è che dobbiamo crederci, se non ci si crede si faranno valutazioni diverse“.
La contestazione complica le cose.
“Il tifoso ha sempre ragione e merita il massimo rispetto. Mi dispiace che se la siano presa solo con l’allenatore. Io li capisco perché dispiace a tutti quello che è successo. La contestazione ci sta, ce la prendiamo e deve servire a spronare tutti. Da stasera si inizia a pensare a reagire per arrivare a fare punti, indipendentemente dal traguardo finale”.
Si è rotto l’incantesimo?
“Si continua a parlare di play-off e dopo ogni sconfitta si parla di play-out. Io sono il primo responsabile di quanto sta accadendo, ai giocatori ho detto che credo molto in loro e questo significa che o sono pazzo io, oppure la situazione è più grave di quanto sembri. Il campo è l’unica cosa che conta adesso, la squadra deve reagire. Io non ho precluso il sogno play-off ma deve crederci in primis l’allenatore e poi la squadra. Nessuno è contento dell’annata che stiamo facendo ma nonostante tutto siamo in zona play-off. Io voglio perdere perché la squadra ha buttato il sangue ma gli altri ci sono stati superiori sul campo”.
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