Il ruolo dell’area Euromediterranea è oggi da adeguare rispetto ai principi di cooperazione internazionale sanciti dalle conferenze di Yalta ed emersi, successivamente nella cate di Barcellona, che sanciva, nel lontano 1995, un contesto di cooperazione internazionale con i paesi che si affacciavano nell’area mediterranea.
Diversi i ruoli che la Sicilia potrebbe ricoprire in questo nuovo scenario, rilanciando anche il tasso occupazionale, permettendo così ai giovani di restare sull’Isola e non emigrare cercando fortune altrove: da piattaforma energetica a base logistica, da centro di sperimentazione dell’idrogeno fino alla produzione di pannelli solari, per restare nel campo delle utilities.
Altresì, luogo di verifica per le Zone Economiche Speciali (ZES), di lbero scambio e crocevia irrinunciabile di nuove rotte commerciali tra Est e Oves, anche attraverso la creazione del ponte sullo Stretto, fino ad oggi solo idealizzato, che svilupperebbe ulteriormente, le aree logistche già attrezzate nella piana e nell’area portuale di Gioia Tauro.
Sono questi i temi fondamentali trattati all’interno del convegno “Il Ruolo della Sicilia nel Mediterraneo”, svoltosi nella serata di ieri presso il teatro Trifiletti di Milazzo, organizzato dal Kiwanis International di Milazzo.
Dopo i saluti iniziali del sindaco di Milazzo Giuseppe Midili, del Presidente Past Governatori Distretto Italia Kiwanis International; Nicola Russo, Giovanni Bottari, Presidente Kiwanis Club Milazzo, l’apertura dei lavori sarà affidata a Gianfilippo Muscianisi, moderatore Past President Fed. Europea KIEF Kiwanis International.
Ne sono conseguiti gli interventi di Cosimo Inferrera, Presidente AEM (Ass Europa Mediterraneo) Aurelio Misiti, Presidente CNIM “Comitato Nazionale per il Mediterraneo) e Presidente Veterano Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, Francesco Attaguile, già sindaco di Catania e Rappresentante Permanente della Sicilia presso l’UE e Presidente del GECT “ArchiMed” e dell’Organismo no profit per l’Alta Formazione (ARCES), Adriano Giannola (Ordinario Economia UNINA Federico Secondo II° e Presidente SVIMEZ,
La conclusione dei lavori è stata affidata all’Onorevole Nello Musumeci, Ministro per le Politiche del Mare e il Sud che ha affermato: “Il ponte sullo Stretto è stato sempre ostaggio delle ideologie, per le vicende regionali risalenti alla presidenza della Regione detenuta da Crocetta che vedeva me all’opposizione.
Il progetto del ponte è collegato ad una ideologia politica di destra, avversata dalla sinistra. Il ponte non è né di destra, né di sinistra, è una necessità e non può essere avversato sostenendo che, prima bisogna fare strade. Il ponte deve essere realizzato in primo luogo per riconoscere alla Sicilia il principio di insularità, principio che ad oggi costa 6 miliardi di euro l’anno e che può essere cancellato dalla realizzazione del ponte che consentirebbe una veloce e libera circolazioni di merci e beni di qualsiasi genere.
La Sicilia è chiamata ad un ruolo centrale nel mediterraneo e perchè ciò avvenga, i siciliani son chiamati ad un approccio culturale diverso al fine di non restare marginali. Mentre i ragazzi partono all’estero, dobbiamo decidere noi nel nostro futuro. Il ponte, in un Mediterraneo che cambia, consentirebbe alla Sicilia di diventare Hub per l’Europa. La Sicilia che si accredita come naturale pontile d’Europa verso l’Africa. L’Italia conta nel Mondo se conta nel Mediterraneo”.