Inquinamento valle del Mela, Arcoraci: «Si dimettano i segretari dei sindacati!»
Raffineria di Milazzo: da oggi i sindacati sotto il tritacarne di Arcoraci «Da oggi in poi, vigilerò su tutti i sindaci che si fanno sponsorizzare le feste dalla Raffineria di Milazzo per organizzare eventi. Basta sponsorizzazione della Raffineria. Se vuole spendere soldi deve farlo per la salute dei cittadini. Per la sponsorizzazione c’è tempo».
Sono le parole, crude e dirette, di Franco Arcoraci, ex poliziotto antimafia, attualmente regista ed editore, stufo di attendere le mosse necessarie, quelle giuste, in favore e in tutela dei cittadini, il cui diritto alla salute, da anni, viene violato. «Chiediamo, e vogliamo, soltanto una cosa – dice – il filtro. Poi, potranno farsi finanziare tutto quello che vogliono».
Il caso è quello della raffineria di petrolio di Milazzo, che sorge sulla costa Nord della Sicilia, nel Messinese, in posizione favorevole sul piano sia logistico che commerciale. L’impianto, che rientra tra i più complessi d’Europa, sorge su un’area urbana in cui a vivere sono ben circa 100mila persone, che ricade entro i 10 km dalla Raffineria. I comuni, interessati dagli elevati livelli di inquinamento delle matrici ambientali – riconosciuti dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare – e da preoccupanti rischi per la numerosa popolazione residente, sono ben 8: Milazzo, San Filippo del Mela, Pace del Mela, Santa Lucia del Mela, Merì, Barcellona Pozzo di Gotto, Condrò e Gualtieri Sicamino.
Alla magnificenza economica, dunque, fa eco e contraccolpo l’alta incidenza di patologie (asma, malattie dell’apparato respiratorio e malattie respiratorie acute) nella Valle del Mela. Ecco il perché di tanta attenzione al problema da parte di Franco Arcoraci, che non intende mollare di un millimetro nella sua lotta al fianco degli invisibili della valle del Mela. Continua, pertanto, senza sosta l’affermazione del sacrosanto diritto alla salute, con le dovute puntualizzazioni: «Non sono contrario alla Raffineria di Milazzo, dico che siamo tutti figli della Raffineria. I nostri genitori ci hanno lavorato dentro e ci hanno cresciuto e fatto studiare, ma il fumo inquina e uccide le persone. Le morti bianche non sono soltanto quelle di chi cade dal tetto, ma anche di coloro i quali muoiono dopo molti anni». Le sue parole risuonano tristemente, mentre si constata che “II profilo di salute delineato nella valle del Mela risulta particolarmente coerente con la presenza di una raffineria di petrolio. […] e almeno alcune delle principali criticità sanitarie riscontrate” possono costituire “un vero e proprio danno sanitario correlabile più probabilmente alla presenza della raffineria“.
Sono queste, in estrema sintesi, le conclusioni inequivocabili cui è giunta l’analisi dei dati epidemiologici della valle del Mela e delle evidenze scientifiche condotte sulle cause più plausibili. «Statisticamente – spiega con rammarico Arcoraci – siamo uno dei posti più densi per casistica di tumori. Ora che lo sappiamo, mettiamo i filtri – ribadisce con fermezza – e mettiamo in sicurezza». Il monito è rivolto non soltanto a tutti i Primi cittadini dei comuni coinvolti in quella che Arcoraci definisce una «strage di massa», ma anche ai sindacati dei lavoratori, che svolgono anch’essi una funzione di azione a tutela dei diritti violati, in questo caso sul posto di lavoro. «I sindacati dovrebbero battersi. – dice Arcoraci – Chiedo le dimissioni dei segretari dei sindacati perché non capisco cosa facciano per la sicurezza. Il lavoratore non perderà il posto, – rassicura – verrà soltanto tutelato».
Esiste un disegno di legge contro l’inquinamento, presentato all’Ars il 3 marzo 2020, che stabilisce che entro 90 giorni dall’entrata in vigore, ossia entro il giugno 2020, l’assessorato all’ambiente e al Territorio avrebbe dovuto istituire il sistema “Simage”, che è il Sistema di Monitoraggio dell’Area e delle Gestioni Emergenziali. Il Sistema doveva servire a far funzionare la legge. In particolare Simage, Arpa e tutti gli altri enti preposti avrebbero dovuto monitorare l’inquinamento dei siti industriali. «Come si fa a capire se la legge è stata violata se non si misura la qualità dell’aria? È come dire a chi guida la macchina, che dovrebbe avere la patente, ma di fatto nessun agente effettuerà i dovuti controlli. Come potrà prendere la multa?». È l’interrogativo lanciato da Franco Arcoraci. La domanda, che, ad oggi, non ha trovato risposta, è rivolta a tutti cittadini inclusi. L’obiettivo è uno : che si superi l’inghippo e che la gente smetta di morire, irresponsabilmente, per colpe non proprie.