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Giovanna Rispoli e la Kickboxing: “Mi aiuta a lavorare su me stessa”

Giovanna Rispoli, atleta del team e del maestro Sparacino, racconta la sua passione per le arti marziali, in special modo per la Kickboxing. Una disciplina da cui è stata attratta sin da piccola, ma purtroppo non ha mai potuto praticarla perché i genitori, ignoranti in questo campo, lo vedevano uno sport “violento”.

La Kickboxing – disciplina che ha iniziato soltanto all’età di 24-25 anni – è uno sport da combattimento di origine giapponese, diffusosi in seguito negli USA, dove proprio qui vennero combinate le tecniche di calci tipiche delle arti marziali orientali (da questo il termine kick) ai colpi di pugno propri del pugilato (da questo il termine boxing). Con questa disciplina, oltre a mantenere il fisico forte ed atletico, si allena in maniera omogenea tutto il corpo, migliorando agilità e velocità nei tempi di reazione, eliminando anche molte tossine. È inoltre un ottimo alleato contro lo stress, allena e libera la mente. Ci si acquisisce più autostima e fiducia in se stessi. Ma come tutti gli sport facenti parti delle arti marziali, insegna anche ad avere un certo autocontrollo sia fisico che emotivo. Insegna il rispetto tra allievo e Maestro, ma anche tra “avversari. Con il proprio Maestro si instaura un rapporto di grande rispetto e si crea un forte legame con tutto il team. Infatti durante gli allenamenti e le gare ci si supporta sempre a vicenda. Si diventa una vera e propria grande famiglia.

Purtroppo – prosegue – c’è ancora molta ignoranza per quanto riguarda questo tipo di discipline, che vengono viste come sport “violenti” e prettamente maschili, ma con mio grande piacere ho notato che sempre più donne scelgono questa disciplina come pratica sportiva quotidiana e non solo. Per quanto mi riguarda, non ho mai notato discriminazioni dovute al mio sesso all’interno del team di cui faccio parte. Il mio Maestro non ha mai fatto distinzioni fra uomo e donna e ci ha sempre allenati alla stessa maniera”.

A chi vuole intraprendere questa disciplina – fa sapere la Rispoli -consiglio di farlo subito, non è mai troppo tardi o troppo presto per cominciare, perché non è vero che è uno sport prettamente maschile. Io stessa nella vita di tutti i giorni lavoro nel campo estetico, e questo sport non ha influito sulla mia “femminilità”. Bisogna sdoganare queste convinzioni sbagliate dovute all’ignoranza. Così come la convinzione che questa disciplina istighi alla violenza, anzi tutt’altro, insegna grande autocontrollo e rispetto.

Le tecniche usate in gara, vengono studiate con il proprio Maestro ed adottate in base all’avversario che si ha di fronte durante il match. Non ci si smette mai di imparare e di modificare il proprio “stile” e tecnica. Io ho iniziato da poco a gareggiare, e sul ring vado molto d’istinto, cercando di studiare l’avversario e regolarmi di conseguenza. Fondamentale è l’autocontrollo e la tecnica. Quindi bisogna studiare, allenarsi e concentrarsi per affinarla il più possibile”.

In merito alla disciplina, come sistema di autodifesa, l’atleta afferma: “Sicuramente la Kickboxing aiuta tantissimo l’autostima e le tecniche studiate durante gli allenamenti possono essere degli ottimi alleati in casi di difesa personale”.

I miei obiettivi futuri – conclude la Rispoli – per questo sport sono quelli di poter continuare a gareggiare finché mi è possibile. Ma indipendente dalle gare questa sarà una disciplina che mi accompagnerà per tutta la vita, continuerò a sceglierla come allenamento quotidiano, perché fa bene al fisico e alla mente. È uno sport che mi da tanto e mi fa stare bene, aiutandomi a scaricare lo stress della vita quotidiana e ad concentrarmi su me stessa”.