Francesco Repice, storico radiocronista di Rai Radio Uno, è intervenuto ai microfoni della testata sportiva News.Superscommesse.it per commentare i temi caldi di quest’ultima giornata di Serie A. Nell’intervista, Repice candida Juve e Inter al titolo ed esprime la sua opinione sui 50.000 fischietti che attendono Lukaku a San Siro il prossimo 29 ottobre.
Milan-Juventus è stata non particolarmente bella, ma Allegri l’ha portata a casa. Quante chance ha di giocarsi lo Scudetto? Bluffa quando dice che l’obiettivo è il quarto posto?
“No, Allegri dice la verità: la Juventus non ha una squadra da Scudetto, però può vincerlo. Sai perché? Perché c’è Massimiliano Allegri in panchina, che ha dimostrato ancora una volta di saper interpretare al meglio le partite, di saper gestire i suoi calciatori, di saper prendersi i tre punti laddove contano solo i tre punti. Nel frattempo la Juve è terza, a -2 dalla prima: se quelle davanti dovessero balbettare, la Juve potrebbe approfittarne. Ma resta il fatto che non è una squadra da Scudetto”.
L’Inter ha vinto in maniera autoritaria contro il Torino, è la favorita per il tricolore?
“Sì, assolutamente sì. Ha una rosa profonda, un organico forte, una guida tecnica continua, non ha subito scossoni particolari a livello di mercato e societario. Non ha vinto ancora il campionato con Inzaghi ma ci è andato vicino, e ha fatto una finale di Champions League. Ha vinto poi diverse coppe in Italia, quindi credo sia la favorita numero uno per vincere il campionato”.
Questo weekend arriva Inter-Roma e arrivano i 50mila fischietti per Lukaku. Come pensa che reagirà il belga? Timore o carica agonistica?
“Non mi sembra un giocatore che si fa intimorire. Detto questo, è giusto che i tifosi nerazzurri reagiscano così: il tifoso deve fare il tifoso, e se crede di essere stato tradito dal suo ex beniamino allora è giusto che fischi. Oltretutto non è una cosa incivile, è un modo molto sereno di manifestare il proprio dissenso”.
Una domanda sulla questione scommesse, viste le lacrime di El Shaarawy: apprezza la linea tenuta dalle squadre dei giocatori coinvolti, ovvero quella di offrirgli sostegno e di proteggerli dai media?
“Sì, indubbiamente bisogna supportare questi ragazzi quando è il caso di supportarli. Ad esempio, mi sembra che nel caso di Fagioli il ragazzo sia vittima di situazioni che lo hanno sovrastato, e quindi è giusto supportarlo. Però bisogna anche far capire a questi ragazzi che hanno 20 anni e anche di più, quindi è necessario che diventino uomini e facciano delle scelte. Quando fai una scelta stai o di qua o di là. Ci sono ragazzi che non hanno i loro privilegi, quindi è giusto che loro si comportino in un certo modo: a quell’età, con quello che guadagnano, devono essere seri”.