FOCUS – IMPIANTI SPORTIVI A MESSINA. UN FUTURO…A OCCHI CHIUSI
@ Nino Micali – Lo strano weekend vissuto dalle squadre messinesi di basket di Serie C Gold, impegnate in gare play off per la promozione in serie B (Fortitudo Messina- Or.Sa. Barcellona a porte chiuse per mancanza di autorizzazioni varie del PalaRussello) con i conseguenti interventi, in “salsa istituzionale” dell’Ass.re allo Sport di Messina Finocchiaro e della Presidentessa della Fip Sicilia Cristina Correnti, risollevano l’annoso problema degli impianti sportivi della citta’.
Parlare di gestione degli impianti sportivi pubblici, in molte realtà, è come voler aprire una voragine e vomitarle dentro di tutto e di più.
In genere è facile confondere l’aspetto gestionale e manutentivo da quello dell’utilizzo, sportivo e promozionale.
È scontato che le cose sono interdipendenti ed è facile capire che senza sport non ci sarebbe la necessità di costruire ed avere impianti sportivi a norma e funzionali, mentre avere degli impianti sportivi obsoleti, inefficienti, non in regola con le normative di sicurezza e edilizia, il più delle volte, non è un impedimento per fare sport.
Quest’ultimo è un fenomeno molto diffuso e federazioni sportive e amministrazioni pubbliche, per fare fronte alla necessità delle società sportive, si sono inventate tutta una serie di deroghe che, se da un lato tendono a risolvere momentaneamente il problema, dall’altro non fanno nient’altro che rimandarne la soluzione.
Messina, con il suo grande patrimonio impiantistico sportivo purtroppo ha una percentuale altissima di impianti non a norma e con problemi edilizi. Su tutti ricordiamo gli stadi di calcio, i palazzetti sportivi e le piscine, alcune di queste definitivamente chiuse.
A patire tali situazioni sono principalmente le società sportive di vertice e quelle che si ritrovano a disputare partite finali (play-off e play-out) dove le previsioni di aumento di spettatori fanno scattare una serie di limitazioni che spesso arrivano perfino ad impedirne l’ingresso al pubblico.
A Messina questo accade al calcio per quanto riguarda gli stadi: Franco Scoglio e Celeste. Al basket ed al Volley dove i quattro palazzetti (Mili, Rescifina, Tracuzzi, Russello) sono solo parzialmente utilizzabili per allenamenti e gare con limitata presenza/assenza di pubblico.
È superfluo ricordare che l’unica piscina olimpica pubblica, la Cappuccini è stata definitivamente chiusa e che la pallanuoto e il nuoto, quando non è disponibile la piscina della cittadella sportiva universitaria, sono costretti ad emigrare a Catania.
Si potrebbe continuare a parlare di carenze di impianti e problemi vari, vedi la completa mancanza di campi di calcio ad 11, di piccoli impianti di esercizio, ecc., ma alla luce delle politiche e delle strategie introdotte sino ad oggi, c’è ben poco da dire.
E il futuro?
Se da un lato non si possono andare a cercare responsabilità imputabili all’attuale Amministrazione anche se in continuità con la precedente, dall’altro la situazione di certo non può essere risolta con uno scrocchio delle dita. Il problema di fondo su cosa fare comunque resta.
Se andiamo ad analizzare e osservare alcuni dei comportamenti e quanto fatto negli ultimi 4 anni dall’ amministrazione comunale, è chiaro che persiste uno stato confusionale: malgrado la presenza di un Assessorato allo Sport dedicato, l’aver affidato a Messina Ambiente Bene Comune alcuni aspetti ed all’ Assessorato ai Servizi Sociali altri; le politiche di esternalizzazione; la mancata assegnazione degli stadi dopo l’espletamento della gara; il contenzioso con la Waterpolo che alla fine ha portato alla definitiva chiusura, dopo anche il crollo del tetto della piscina coperta, dell’intero Polo Natatorio Cappuccini; il mancato accordo con l’Università e tante altre piccole e grandi emergenze, su tutte le mancate messe a norma ed agibilità di molti degli impianti sportivi; dimostrano, salvo poi essere smentito nei fatti, che manca una strategia generale, un vero progetto di gestione pubblica di tutti gli impianti e delle relative politiche di gestione.
In tutto questo ci sono delle responsabilità da parte dello sport e delle società sportive?
Se la vediamo dal punto di vista che spesso si guarda il proprio interesse e giardino, forse sì.
Per intenderci, se oggi, l’Amministrazione decidesse di mettere mano ad una gestione integrata e pubblica degli impianti con una propria società, nel rispetto delle regole e del mercato, così come accade per tutti gli altri servizi pubblici (trasporti, acqua, rifiuti, servizi sociali) e si riuscisse ad eliminare quelle storture confusionali e gestionali che alla fine fanno comodo a tutti, al novantanove per cento, ci sarebbe una sollevazione di popolo.
Quindi la soluzione sarebbe dare vita ad una nuova società partecipata per la gestione degli impianti e di tutti i servizi ad essi annessi?
Forse, ma questo è un altro discorso.
Intanto oggi, come ieri e in passato la questione degli impianti sportivi e quindi dello sport, malgrado la valenza sociale, culturale, turistica, economica, ecc. è una partita che si gioca a porte chiuse dove non si riesce ad intravedere alcuno spiraglio … manco da portoghese.
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