F1. 25 anni fa la scompasa ad Imola di Senna, campione eterno
Son passati 25 anni dal quel lontano 1 maggio, quando a Imola, sul circuito intitolato a ‘Enzo e Dino Ferrari’, alle ore 14.17, una vettura colpisce, con la massima velocità, il muro della curva del Tamburello.
Non si trattava di una vettura qualunque, era infatti la Williams FW16 del campione brasiliano Ayrton Senna, da molti considerato un mito di questo sport.
Come non dimenticare quelle urla durante il Gran Premio del Brasile del 1991, da lui vinto, sotto il diluvio e con il cambio bloccato.
Il dualismo poi con Prost, amico e allo stesso tempo rivale, iniziato a fine degli 80 e proseguito nei primi anni del ‘90. Tutto iniziato dal quel Gran Premio del Portogallo, dove Senna spinse il compagno contro il muretto dei box nel tentativo di mantenere la testa della corsa. Il campionato si decise alla penultima gara a Suzuka. A causa della regola degli scarti, a Senna bastò una vittoria per diventare campione, nonostante in classifica il francese avesse più punti.
Poi i Gran Premi della discordia: Suzuka ‘89 quando il brasiliano, alla chicane prima del traguardo, tentò il sorpasso all’interno, che portò all’inevitabile contatto fra le vetture, rimaste ferme poi, nella via di fuga, con Prost che uscì dall’abitacolo, mentre Senna proseguì, venendo squalificato a fine gara per condotta pericolosa.
L’anno dopo sempre a Suzuka si consuma il secondo duello: Senna mirava al bis mondiale, Prost a riportare il titolo ad una Ferrari a digiuno dai tempi di Scheckter. Alla prima curva la McLaren del brasiliano punta la Ferrari del francese, i due finirono nella sabbia a oltre 200 km/h. Senna è campione del Mondo.
Gli anni successivi furono dominio Williams e nulla ha potuto fare il pilota brasiliano contro lo strapotere della scuderia inglese. Nel ‘94 il passaggio proprio nella scuderia di Frank Williams, che a causa del cambio di regolamento, perse competitività.
Il dramma alle 14.47 di quella domenica del 1 maggio 1994. Il punto dell’impatto lo stesso nel quale il suo amico Gerhard Berger era sopravvissuto a un incendio cinque anni prima. Il puntone della sospensione anteriore destra, spezzatosi, penetrò nella visiera del casco del pilota, dal bordo superiore. Ciò causò lo sfondamento della regione temporale destra e provocò gravissime lesioni, che si riveleranno fatali.
Quel giorno la vita dei brasiliani cambiò, il mondo della F1 si modificò di conseguenza, con ampliamenti, in materia di sicurezza, del proprio il regolamento. Fu questo grande uomo che veniva dal Brasile, in modo inconsapevole, a dar ai piloti la possibilità di sopravvivere da lì in avanti, a incidenti peggiori del suo.