Elio Conti Nibali, ex Pres. CdM: ” Rando, gran calcio e grandi ricordi”
Elio Conti Nibali, ex presidente degli anni d’oro del Città di Messina, in queste settimane è tornato allo stadio “Franco Scoglio” per seguire l’Acr Messina del suo amico Pasquale Rando. Ora il ritorno alla panchina di Rando ha suscitato nell’ex presidente un particolare entusiasmo ed ha voluto trasferire sulle nostre pagine le sue emozioni per questa nuova avventura del tecnico messinese:
La mia “storia” con Pasquale Rando è la storia del Città di Messina, una storia nota a tutti: calcio spettacolo, legato ad una filosofia di gioco in cui il mister credeva “senza se e senza ma”, nel 4 – 3 – 3 sempre e comunque, costi quel che costi.
Un giorno, dopo una delle poche giornate storte di quei due anni meravigliosi, gli chiesi perché non provasse qualcosa di diverso. La risposta la potete immaginare e conoscendo il carattere, vorrei dire la cocciutaggine di Pasquale.
Perché lui è così, tutto di un pezzo, convinto a tale punto di quello che fa che nessuno gli può fare cambiare idea.
Avevamo l’abitudine di parlare tutti i lunedì, al bar o nel mio ufficio o dove fosse possibile. Certamente parlavamo della partita del giorno prima, ma ancor di più del calcio in generale e di tanto, tanto altro.
E così scoprii i famosi “quaderni” di Pasquale Rando, pagine e pagine di appunti raccolti in tanti anni in cui spiava gli allenamenti dei grandi allenatori passati da Messina e per il Celeste, da Scoglio a Zeman a Mutti, con schemi minuziosamente riportati e note scritte, fitte fitte.
E così riuscii a capire meglio le ore e ore passate sul campo di allenamento, il ventiquattresimo, o caserma Ainis che dir si voglia, a far ripetere decine e decine di volte le sovrapposizioni sulle fasce, in un fazzoletto di terreno delimitato dai birilli, con la compagnia del mite Nino Panarello, che aveva l’arduo compito di compensare con qualche parola buona il ruvido mister, mai contento dei suoi calciatori a cui chiedeva sempre di più.
Pero’ la domenica, quando gli schemi venivano replicati in partita, lui dichiarava che il merito era tutto loro, dei calciatori ……
Già, perché Pasquale è tanto modesto quanto determinato (ma la sua modestia non so quanto in effetti gli abbia giovato in un mondo popolato da spacconi).
La prima volta che prese la squadra fin dall’inizio del campionato battemmo tutti i record di vittorie, ma la sconfitta a Ragusa (un tiro da mille punti di Sisalli) mise a rischio tutta la stagione e parti’ dall’interno della società una richiesta di esonero.
Qui entrò in gioco l’indimenticabile e compianto Giampiero De Leo: “ non scherziamo, Rando sarà con noi fintanto che ci sarò io”.
E con Giampiero il rapporto di Pasquale fu eccezionale. Due caratteri forti, ognuno a suo modo, tante volte le “cose” se le dicevano in faccia, anche a muso duro, ma un grandissimo rispetto reciproco ed un comune, grande amore per MESSINA.
Tornando a quella partita persa a Ragusa, Pasquale mi disse: “le prometto che a fine campionato saremo in D”. Promessa mantenuta, passando dalla guerriglia di Santa Maria Capua Vetere, grazie alle super parate di Agostino Di Dio ed al gol di Robertino Assenzio che, lo possiamo dire, era il preferito del mister.
Quel giorno, nel pullman che portava allo stadio, prima di scendere fece mettere ai calciatori le cuffie alle orecchie e la musica a tutto volume per non far sentire le grida e le minacce degli ultras della squadra avversaria.
Perché Rando è un perfezionista, quasi maniacale. In questo faceva il paio col suo “storico” preparatore atletico, “il Professore” Lillino Tracuzzi.
Stare incollati a tutti e due era dura …. ma i risultati gli hanno dato sempre ragione.
Maniacale e scaramantico, tanto da non far salire il Presidente (cioè il sottoscritto) ed i dirigenti in Campania sul pullman della squadra che si recava allo stadio. Quella volta mi inc….. davvero, ma lui rispondeva che queste cose nel calcio vanno così, prendere o lasciare.
Avevo cominciato scrivendo del 4 – 3 – 3 e del calcio spettacolo: si chiamassero Peppe Rosa, Fabio Buda e Davide Fugazzotto, o Tiscione, Saraniti e Citro gli attori, lo spartito da suonare era sempre lo stesso: pallone che gira dietro, movimenti alternati dei centrocampisti, sovrapposizioni laterali ed imbucate in aerea. Dieci, venti, trenta volte in una partita, e chi andava allo stadio tornava a casa contento.
In serie D, in occasione della stracittadina (non la chiamo derby per non urtare la sensibilità di qualche amico), in un Celeste con la curva sud gremita dai sostenitori dell’ACR, e la tribuna coperta con i supporter del CDM e molti “curiosi”, probabilmente Pasquale scrisse la sua pagina più bella, almeno finora.
Da una parte Corona, Ignoffo, Costa Pereira, dall’altra il trio meraviglia con alle spalle anche tanti messinesi.
Fu uno zero a zero spettacolare, ma il migliore in campo fu Pasquale.
A fine partita scesi in campo insieme a Giampiero De Leo e mentre lui applaudiva il pubblico, io alzai le braccia di Rando e gridai a tutti : “questo è calcio, ha vinto Rando, numero uno”!
Ma oltre a ciò potrei scrivere tanto altro.
Potrei raccontare che continua ostinatamente a darmi del lei, che mi chiama ancora Presidente, che mi chiede di mio figlio Massimo, che mi abbraccia ogni volta che ci incontriamo.
Recentemente si è occupato con grande passione della ristrutturazione del Marullo e quando venne audito dalla commissione sport del consiglio comunale ricordo che una consigliera mi disse di essersi entusiasmata a sentire parlare Rando.
Già, perché Pasquale parla poco ma va sempre a segno.
Ad maiora, amico mio !!
Elio Conti Nibali
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