Quattro stagioni sempre al massimo, grande intensità, mentalità e voglia di primeggiare. Si possono sintetizzare così i quatto anni di Pippo Sidoti alla guida della Basket School Messina, un periodo non certo semplice per via dei problemi che hanno impedito al tecnico pattese di poter andare in panchina, soprattutto nei primi due anni, poi la pandemia che ha sicuramente condizionato l’andamento dei campionati. Dopo quattro tornei nel corso dei quali ha regalato tante soddisfazioni alla dirigenza della Basket School e alla città, Pippo Sidoti ha deciso di chiudere il capitolo Messina: “Sono stati quattro anni intensi, bellissimi anche per i risultati. Ci ho pensato e ripensato, è stata una decisione sofferta, ma bisogna anche dire che si è concluso un ciclo. Abbiamo raggiunto il massimo risultato con la finale per andare in serie B. Soprattutto quello che si è concluso a maggio è stato un campionato molto logorante, sia dal punto di vista fisico che psicologico. In quattro campionati abbiamo fatto il playoff nella prima stagione, nella seconda eravamo in corsa per la promozione e ci ha fermati il Covid, con una squadra che giocava un ottimo basket. Nelle stagioni successive abbiamo raggiunto due finali. Quest’anno se fossi rimasto a Messina, avremmo dovuto costruire una grande squadra per poter vincere il campionato: è anche una questione di ambizioni. Ma il prossimo sarà un anno di transizione, anche per le regole che la Fip ha imposto, non sai che fine farai, dove dovrai giocare nel 2024. Per cui non proseguirò la mia avventura a Messina”.
Novantaquattro partite, 68 vittorie, 26 sconfitte, si chiude un periodo ricco di soddisfazioni per Pippo Sidoti, per il club e per gli appassionati: “Si, ci siamo divertiti per quattro anni, è normale che io rimanga sempre in contatto con i dirigenti, con Bruno, Clemente, Fabio e Michele, sarò sempre a disposizione per qualsiasi consiglio o qualsiasi problema, son sempre pronto a dare una mano. A Messina mi sono trovato non bene ma benissimo: colgo l’occasione per ringraziarli, loro mi hanno dato la possibilità, pur sapendo che per i primi due anni non potevo andare in panchina, ma hanno avuto fiducia in me. Io sicuramente ho ricambiato e negli ultimi due anni, con il mio rientro, abbiamo fatto due finali. La cosa più bella è stata portare oltre duecento persone di Messina a Palermo e in gara due contro il Green vedere il Palazzetto di Mili pieno di persone e di entusiasmo”.
Coach, a parte questo, sono stati quattro anni in cui si è vista della bella pallacanestro: “Io penso di avere dato il massimo e di aver raggiunto il massimo, non con il massimo delle forze a disposizione ma con delle squadre al di sopra della normalità, le ho portate sempre in auge. Poi le finali si possono vincere come si possono perdere, ci sono società che spendono più di te, ci sono società che sono più protette di te e quindi alla fine, per determinate situazioni, non hai potuto coronare un sogno.
I meriti di coach Sidoti vanno oltre ciò che ha mostrato il campo, perché ha saputo creare un gruppo solido e trasferire la sua mentalità ai giocatori e ai componenti del suo staff…
“Voglio pure ringraziare Ciccio Paladina, perché è stata una persona corretta, presente. Mi ha aiutato moltissimo sia quando io non ero in panchina, perché ha saputo dirigere la squadra e portarla alla vittoria, ricordiamoci che il secondo anno eravamo li per salire e nel girone di ritorno non abbiamo subito nemmeno una sconfitta. E’ stata una persona leale, umile e per me molto importante”.
Lo consiglieresti ai dirigenti della Basket School come tuo successore?
“Secondo me sarebbe pure giusto, anche se io non voglio condizionare nessuno, però penso anche che Ciccio l’esperienza l’ha fatta. Certamente fare il primo allenatore non a casa tua ma in una società che non è tua non è una cosa semplice, ma penso che l’esperienza l’abbia fatta e possa essere pronto per questo nuovo ciclo”.
Pippo Sidoti cosa farà in futuro? La pallacanestro è sempre stato il tuo amore, il tuo sport preferito, per cui rimarrai nell’ambito…
“Io ho una società a Patti dove c’è tanto lavoro da fare, abbiamo fatto due finali regionali con l’Under 17 e l’Under 15 e quindi parto per una nuova avventura senza l’assillo del sabato, della domenica, perché voglio capire principalmente se riesco a stare lontano la domenica dal campo di gioco. Lo voglio capire, quindi non dico niente, in questo momento la scelta è quella di allenare i ragazzini di Patti, di allenare il settore giovanile. Poi se la pallacanestro, quella senior, mi mancherà e capirò che è importante tornare ad allenare, allora lo farò: in questo momento no. Negli ultimi anni mi è pesato molto conciliare scuola e allenamenti della prima squadra. Spostarmi giornalmente da Patti a Messina è stato faticoso, certo siamo stati ripagati dai risultati, perché arrivare in finale non è cosa che succede tutti i giorni, però ho capito pure che bisognava staccare un attimino. Per ora la testa mi dice così, poi chissà, magari i nostri destini si possono incrociare nuovamente. Con i dirigenti ho avuto sempre un rapporto bellissimo, insieme siamo riusciti a far funzionare sia l’aspetto tecnico che quello organizzativo. In questi anni siamo stati bravi nello scegliere i giocatori, abbiamo fatto la scelta giusta lanciando tanti giocatori, tanti stranieri, soprattutto facendo le scelte giuste guardando sempre al bilancio. E’ stato quindi un binomio, società-tecnico, di grande sintonia. Anche i dirigenti hanno fatto la loro esperienza, sono maturati tantissimo in questi quattro anni e sicuramente, per il prosieguo potranno mettere a frutto l’esperienza acquisita”.