La nostra redazione si è intrattenuta oggi per qualche ora con un altro importante elemento della nuova struttura dell’Acr Messina, ovvero il Direttore Operativo – Responsabile Comunicazione Davide Manzo. Una breve ma intensa chiacchierata, che ci ha dato modo di sviscerare diverse situazioni, lasciandoci positive sensazioni sulla qualità del progetto, basato su persone professionalmente capaci e umanamente splendide, come per l’appunto il Direttore Operativo.
In cosa consiste il suo ruolo e se si sente sottopressione vista la portata di questo progetto chiamato Acr Messina?
Innanzitutto non mi sento di parlare al singolare, ragiono sempre da squadra, dunque con un noi. Personalmente ho già avuto esperienze importanti, ho lavorato come Team manager nel Città di Messina, svolgendo il mio lavoro a 360° senza risparmiarmi. Sappiamo comunque che tutti siamo messi alla prova, dovremo dunque dimostrare il nostro valore. Questo naturalmente è un impegno che ci rende felici, ci stimola, siamo convinti di poter fare bene, non solo sul campo, ma per tutto quanto riguarda un club in ogni sua componente.
Perché lei ha scelto di dedicarsi a ricoprire ruoli dirigenziali in ambito calcistico e non proseguire la carriera da giornalista già stimato?
Professionalmente io reputo di aver avuto due vite, quella da giornalista e quella da dirigente. Per quel che riguarda la prima, sono stato fortunato, in quanto ho potuto operare da giornalista nel momento di maggior splendore del calcio messinese. Poi dopo il 2008, con il fallimento del Messina che ha portato la squadra a ripartire dalla D, ho dovuto vagliare altre scelte. Ho ricevuto ai tempi una proposta dal Camaro, iniziando come addetto stampa, poi via via il tutto è proseguito in maniera a dir poco naturale. Successivamente ho fatto esperienza, come detto, al Città di Messina, per poi fare ritorno dopo non molto, al Camaro. Qui chiamato da Rando e da tanti altri amici di vecchia data, come D’Arrigo, ho portato avanti con questo splendido gruppo, un progetto importante, che oggi ci inorgoglisce tutti e che mi ha fatto arrivare, negli ultimi 3 anni, a ricoprire la carica di direttore generale.
Per quel che riguarda ora questa nuova avventura, come prosegue il vostro rapporto con la famiglia Sciotto?
Devo dire un rapporto positivo, ricco di tanti confronti. Il nostro riferimento costante rimane Paolo Sciotto, ma ci siamo relazionati e continuiamo a farlo, con il presidente Pietro Sciotto. Ci confrontiamo con loro come con tutto il gruppo di lavoro, logicamente noi compresi, facenti parte dell’Acr.
Con la piazza invece che strategie avete usato?
Nessuna strategia. Non abbiamo avuto bisogno, perché il Messina è come una donna della quale si è innamorati, anche se ti ha fatto del male, tornerai sempre da lei, perché ti affascina , ne sei conquistato. I tifosi poi non dimenticano, ma guardano avanti, ci appoggiano, questa squadra rimane unica per loro e lo hanno dimostrato anche a noi in alcune recenti occasioni.
Aggiungendo inoltre: “Devo dire che ho avuto sensazioni positive anche con la stampa messinese, ci tengo a sottolinearlo. Ho riscontrato molta disponibilità, verso un obiettivo comune, che è il bene dell’Acr Messina.
Questo per voi del Camaro è un punto di partenza o d’arrivo?
Oggi essere al Messina per noi è sicuramente un punto d’arrivo. Lavorare per questa squadra è una gratificazione importante. L’Acr è la squadra che ci ha rappresentato e ci rappresenta, che abbiamo tifato da sempre. Naturalmente ci piacerebbe crescere, ma senza fretta, un passo alla volta.
Pensate che il vostro modo di fare calcio possa funzionare anche in categorie come questa serie D ?
È difficile, bisogna lavorare, sappiamo di dover dimostrare. Ci si dovrà rimboccare le maniche ogni giorno, ricordandoci sempre che conta quello che fai, che dimostri. Ovviamente crediamo in noi, ma senza montarci la testa.
Che idea si è fatto invece su Obbedio? Come sono andati questi primi giorni con il nuovo Ds?
Ci tengo a dire che Obbedio è una persona che per valori umani difficilmente si trovano a questo mondo. Sul professionista, questi anni parlano per lui, oltre ad averlo visto a Messina come calciatore, abbiamo potuto riscontrare tutto quello che di buono ha fatto come Ds, spiccano le sue doti, l’amore per questo sport e la conoscenza che possiede dei calciatori.
Il ritiro di Chianciano, sarà utile anche a voi, oltre ai calciatori, per trovare ulteriore amalgama?
Per quel che concerne la sede di Chianciano, stiamo definendo diciamo gli ultimi dettagli, ma sarà quella. Per quel che riguarda il ritiro in sè, per noi è fondamentale, è una tappa importante, in particolar modo per una squadra così rinnovata, a tutti i livelli, come la nostra.
Infine, a chiudere, abbiamo chiesto a Davide Manzo quali strategie attueranno per incentivare i tifosi a venire allo stadio.
Avete già pianificato e programmato eventuali campagne abbonamenti o strategie particolari per incentivare i tifosi a tornare in tanti allo stadio?
Le cose vanno conquistate, non bastano semplici campagne abbonamenti o strategie particolari. Solo il lavoro e la qualità di un progetto, porterà la gente a venire allo stadio.