Sono uscito un’attimo da casa, mi sembrava di essere il personaggio di “Io sono leggenda” (New York, 2012). Un misterioso virus ha ucciso gli uomini e li ha trasformati in vampiri. L’unico essere umano sopravvissuto al contagio è il dottor Robert Neville, che lotta disperatamente per trovare una cura, la città è deserta, il viale Boccetta, tra le strade più trafficate del centro città, silenzioso, nessuno alle finestre, balconi e serrande per lo più chiusi. Ed allora mi chiedo e rispondo: oggi è domenica, ma negli altri giorni, quando si vede un pò di vita ed alcune macchine passare, quelli sono vacanzieri od incoscienti che vanno in giro per puro egoismo rischiando di contagiare altri? Non credo proprio. Probabilmente è solo gente che lavora, persone che per necessità devono abbandonare le proprie “sicure” mura di casa perchè la vita glielo impone, magari per aiutare gli altri. Ed allora, che senso ha gridare al vento? Che senso ha mettere continuamente gli uni contro gli altri? Non sarebbe più opportuno occuparsi di mascherine, di tamponi, di potenziamento di attrezzature e strutture sanitarie? Proprio oggi leggevo che da un’indagine di Google, non so quanto sia vero, che al Sud Italia, le persone sono più ligie a rispettare l’isolamento, a non uscire per strada, di quanto non lo si faccia nelle regioni del Nord. Ecco, questa pandemia, spero ci lascerà la coscienza che, nel futuro, sarà più utile preservare la sanità, gli ospedali, piuttosto che le banche o la fornitura di armamenti. Meglio la solidarietà piuttosto che l’egoismo, meglio un abbraccio anzichè odio ed ipocrisia.
Un’altra cosa, le istituzioni non possono e non devono politicizzare il momento di difficoltà che tutti attraversiamo, fare la corsa a chi è più bravo, fare guerriglia tra loro, tutti insieme devono essere testimoni di solidarietà, di impegno e di unione. Il momento economico è il più difficile, ma tutte le partite più che contro un’avversario più forte si vince grazie alla forza della “squadra”.