Parole dure, durissime che sanno di amarezza da parte dell’ex direttore sportivo dell’Acr Messina che nel corso della sua conferenza di presentazione a Pagani, ha voluto dire la sua anche su quanto fatto a Messina e sull’interruzione del rapporto con la società biancoscudata.
“Non ho resistito a tornare a casa, non me lo sono fatto dire due volte. Torno più forte di prima perché conoscendo ogni centimetro della realtà di Pagani, sono convinto di poter fare un buon lavoro lavorando tutti insieme, città tifosi e proprietà. Il presidente è l’unico in Italia che sta in serie C da 15 anni, sono già due giorni che sto lavorando sott’acqua, io faccio scrivere solo quando il gatto sarà nel sacco. Abbiamo avuto una dimostrazione, il Messina calcio, da cui provengo, si è appropriato di qualche giocatore che avevo già contattato io. Siccome noi siamo Pagani e Messina ha fatto la serie A, i giocatori stupidi, sentono Messina e… ma poi vai a vedere come ti trattano a Messina. Fin quando ci sono stato io è l’anticalcio. Ho dovuto cacciare fuori dallo spogliatoio il presidente, lui si è presentato come il padrone ma gli ho detto che lui era il padrone a casa sua, nella sua concessionaria con 20 macchine ma dentro lo spogliatoio del Messina ero io il responsabile”.
A fargli eco inaspettatamente anche il presidente della Paganese Raffaele Trapani che, in apertura di conferenza ha detto: “Stava già lavorando per loro quando Improvvisamente questi del Messina hanno cambiato. Mi sembrava impossibile che non restasse dopo una vittoria, una scortesia che secondo me non doveva subire”.