L’emergenza Coronavirus, che da settimane sta flagellando il nostro Paese, continua a fare prigionieri. Mentre gli italiani si interrogano su cosa riserverà il prossimo futuro e il desiderio di tornare alla normalità si fa sempre più pressante, anche lo sport, fonte primaria di svago, è totalmente bloccato. Il 21 marzo del 2020, infatti, si sarebbe dovuta disputare la Milano-Sanremo, la Classicissima del ciclismo nostrano rinviata in data 6 marzo proprio a causa del Covid-19. Tra gli annunciati partecipanti figurava anche Vincenzo Nibali, che per l’occasione ha approfittato di Facebook per mettersi in contatto con tifosi e giornalisti e rispondere alle loro domande.
Il primo dei punti salienti dei quaranta minuti di diretta riguarda la sua amata Messina. Nibali, che dal Ticino sta seguendo le indicazioni dello staff medico della Trek Segafredo e prova a tenersi in allenamento con la mountain bike, ha espresso un parere favorevole nei confronti del sindaco Cateno De Luca: «Posso dire che a Messina c’è un grande sindaco che prima di tutti aveva preso misure molto drastiche. Aveva già fatto un’ordinanza per chiudere tutte le attività commerciali e tenere aperto solo lo stretto necessario perché i posti in terapia intensiva a Messina sono pochi. L’ordinanza del sindaco in un primo momento è stata presa come eccessiva, ma nelle 12 ore successive è arrivata quella di Conte che ha messo d’accordo un po’ tutti. Questa prevenzione riguarda anche i miei genitori ai quali ho detto di stare a casa e di godersi un po’ di riposo. Tenere aperta l’attività non è la soluzione migliore. Per il momento tutti i miei familiari stanno benissimo, tutti in salute. Ringrazio utenti, tifosi e fans che mi hanno inviato tanti messaggi per sapere come andavano le cose“. Anche la piccola Emma, figlioletta dello Squalo, sa come ci si deve comportare in questo difficile momento: «Le abbiamo spiegato tutto», dice Nibali, «sa che si sta a casa e che non si deve uscire. Ha capito lei… possiamo capirlo tutti» ed Emma, interpellata dal papà afferma che fuori «C’è il virus».
Il momento non aiuta a livello di motivazioni, non essendoci certezze concrete su quando si tornerà a gareggiare. Intanto Nibali ha confermato la sua partecipazione alla Milano-Sanremo Virtual Experience, organizzata da RCS Sport e da Garmin anche per dare la possibilità agli amatori di vivere gli ultimi 57 chilometri della corsa: «Ci sarò: ieri ho testato tutti i collegamenti, anche se non amo molto i rulli e l’home training, Naturalmente in questo momento è una soluzione utilissima. Speriamo che sia un bel modo per divertirci in maniera virtuale tutti insieme». Sull’eventuale restrizione delle disposizioni in Svizzera: «Cambierebbe molto sopratutto nella gestione della giornata. I punti importanti sono non mangiare troppo, limitare l’assunzione di calorie e zuccheri e poi ci sono tanti tutorial sul web che ci possono dare consigli per tenerci in movimento a tutti i livelli». Nibali crede che al termine di questa emergenza la vita possa cambiare: «La scoperta dello smart working ad esempio mi sembra molto importante per evitare traffico e inquinamento. Questa esperienza ci insegna che la qualità della vita può migliorare, l’aria è più pulita, l’acqua di Venezia è tornata trasparente… e possiamo tutti fare qualcosa in questo senso».
Ancora sul Coronavirus e sulla partecipazione alla Parigi-Nizza: «Ho capito subito che non fosse semplice influenza. Eravamo in ritiro a Tenerife e ne abbiamo parlato con Ciccone e gli altri compagni, allora il problema sembrava solo della Cina, ma era facile capire che non sarebbe stato un affare solo loro. Quando siamo andati alla corsa in Francia, il coronavirus era contenuto e dopo la prima tappa l’organizzazione ha ulteriormente inasprito le regole. La corsa era completamente blindata. Mi preoccupavano gli spostamenti e i viaggi. Sono tornato da Nizza in auto ed è stato impressionante vedere strade vuote». Nibali poi rivolge un pensiero alle vittime e manda un messaggio agli italiani: «Penso che il dolore di non poter salutare chi ci lascia per sempre è davvero straziante. Possiamo solo restare uniti, seguire le indicazioni e lottare tutti insieme. Agli italiani dico che dobbiamo approfittare di questo periodo per goderci la nostra famiglia. Vivere delle giornate diverse e riscoprire tante cose che di solito trascuriamo».
Sull’UCI, forse mossasi in ritardo rispetto all’emergenza sanitaria: «Il caso era scoppiato in Italia, ma all’estero i governi e anche l’UCI non si erano forse resi conto della gravità della questione». Secondo Nibali prima della bici andavano fermati i mezzi pubblici: «I mezzi di trasporto sono luoghi affollati e di contagio. Certo, con gli ospedali pieni il rischio di cadere con la bici può aggravare la situazione, ma in ogni caso è difficile mettere d’accordo tutti gli stati. In Italia viene scritto che ci si può allenare al coperto, ma è un controsenso perché al velodromo bisogna arrivarci e poi si tratta di un luogo chiuso. A tutti gli amici ho mandato un messaggio consigliando loro di non uscire in bicicletta. Non uscite in questo momento, non dobbiamo correre il rischio di avere incidenti o di farci male. Restate a casa». Lo stop delle attività può comportare una rimodulazione degli stipendi con conseguente taglio: «La ripartenza sarà difficile per tutti e ci sta che si possa parlare di taglio degli stipendi, ma questo riguarderà tutti e non solo gli sportivi».
L’anno in corso prometteva bene per il ciclista messinese: «Sono rimasto senza parole quando è scoppiato il caso: avevo iniziato da poco a correre, la condizione cresceva, ho finito quarto la Parigi-Nizza e se non avessi avuto il calo nella crono avrei potuto salire sul podio. La preparazione per il Giro procedeva regolarmente, per me e i compagni che preparavano le classiche». Adesso il calendario sarà da rifare, ma Nibali sembra aver definito la sua priorità: «So che gli organizzatori si stanno muovendo per cercare di darci delle date, ma non è facile per nessuno. Ci saranno delle inevitabili sovrapposizioni, ma in questo momento non c’è nulla di certo. Le Olimpiadi sono un appuntamento importante, che arriva ogni quattro anni e quindi merita un’attenzione particolare anche potrebbero essere rinviate al 2021. Quanto al programma, sarà da riscrivere con Luca Guercilena e con i tecnici quando si potrà ripartire». Lo Squalo compirà 36 anni a novembre, ma la corsa olimpica rimane nel mirino: «Sicuramente non sfuggirà. Quest’anno o il prossimo le Olimpiadi si disputeranno e quindi le metterò nel mirino. Bisogna arrivare in condizione nel momento giusto».
Un paio di battute sul Giro d’Italia: «Mi piacerebbe molto una partenza in Sicilia, so che c’è qualcosa che bolle in pentola anche per il 2021, ma in questo momento è davvero impossibile avere certezze. Un Giro più corto lo vedo un mezzo Giro. I tre grandi giri devono restare tutti della stessa durata. Lo accetterei se servisse a recuperare qualcosa per il calendario, ma non sarei proprio d’accordo». Un ricordo della vittoria alla Milano-Sanremo del 2018 a cui Nibali dà molta importanza: «L’ho inseguita per molti anni e solo quando ho pensato che non fosse adatta a me sono riuscito a correrla con la testa libera, con un ruolo di appoggio a Colbrelli, e a vincerla. Sapevo di poter attaccare sulla Cipressa o sul Poggio e quando l’ho fatto ho pensato “posso farcela”. Ho attaccato e sentivo di essere coperto dai miei compagni dietro». Il campione messinese, infine, saluta i suoi fan, ma è Emma a chiudere la diretta con un quanto mai attuale: «Restate a casa».