Classe 1983, di origini palermitane e in forze alla Bardiani Csf Faizanè, Giovanni Visconti dice basta col ciclismo professionistico e lo fa al termine della seconda tappa della Tirreno-Adriatica.
Una carriera costellata di successi. In ambito giovanile ha rivaleggiato con lo Squalo dello Stretto, Vincenzo Nibali. Nel 2003 ha vinto il titolo italiano Under 23 ed il campionato europeo della stessa categoria, ad Atene. Nel 2004, inoltre, vince il Giro delle Fiandre Under 23.
È stato il primo siciliano a vincere il campionato italiano in linea dei professionisti portandolo a casa in ben 3 occasioni, a Genova nel 2006, a Conegliano nel 2010 e ad Aci Catena nel 2011 e, sempre da professionista, spiccano anche due tappe al Giro d’Italia 2013. Tra gli altri momenti da ricordare della sua carriera gli 8 giorni in maglia rosa nell’edizione del Giro del 2008 tra il 15 ed il 13 maggio. Nell’edizione del 2015 si è, invece, aggiudicato la maglia azzurra degli scalatori.
Visconti ha affidato l’annuncio del suo ritiro sui social. Lungo il messaggio su Facebook intitolato “The End” (la fine) : “The End. Non so se reputarmi un debole o se invece sentirmi forte in questo preciso istante. Non so cosa penserete tutti e non so cosa aspettarmi. Una cosa però la so bene: Da mesi e mesi soffro sulla bici e soffro giù dalla bici. Non sono di certo diventato un campione ma credo di essere stato un buon corridore. Ho vinto ciò che il mio fisico e la mia testa mi hanno permesso di vincere e se mi guardo indietro posso avere solo qualche rammarico, nessun rimorso. Sapete cosa dico da anni? Dico che io non voglio essere quel corridore che si trascinerà dietro la bici quando ormai la sua carriera sarà al tramonto. Poi domani accade la stessa cosa di oggi, sprofondo nuovamente, sembro mollare una volta per tutte e poi dopo qualche ora si riaccende la fiammella. E COSÌ VIA. Ascolto tutti tranne me. Perché?
Cos’altro devo dimostrare?? Ho già detto che non sono un campione e di certo non lo diventerò a 39 anni allora perché non volersi un po’ più bene e trovare la forza di dire Basta? Forse è solo la paura di ciò che sarà e di ciò che lascerò. Se ci penso bene però non posso che essere fiero di me stesso e di quello che sono riuscito a raggiungere. Il ciclismo mi ha dato tutto quello che ho, mi ha dato Katy, Thomas e Noemi. La mia vita. Il ciclismo mi ha dato anche voi che siete stati l’essenza in ogni metro di strada in salita, in discesa, sotto la pioggia o la neve, sotto il sole cocente. Voi che ci siete sempre stati nelle vittorie e nelle sconfitte. Vorrei sentire sempre tutto l’appoggio che mi avete dato in questi meravigliosi anni e non dimenticare mai ogni momento in cui correndomi accanto ed incitandomi mi avete trasmesso adrenalina, fierezza, orgoglio, emozione pura …”.