Volendo fare una cronistoria degli errori calcistici perpetuati nel breve volgere di sei mesi, la preoccupazione ci assale, tanto da avere la quasi certezza ed il timore di dimenticare qualcosa. Siamo, altresì, certi che volendo parlare su Messina ci sarebbero ben altri e più importanti problemi su cui disquisire piuttosto che rimanere paralizzati su un banale argomento che verte sullo spettacolo sportivo o ancor più selettivamente su quel fenomeno chiamato “calcio”:
-La pandemia che, ormai, sta sfiancando anche il più convinto ottimista, ha modificato il vivere comune dando meno spazio alla socializzazione, aumentando, anzi, le divisioni, creando opposte fazioni (altro che Ultras) tra vaccinati, no vax, positivi e non positivi;
-Lo spopolamento di Messina, una volta città ricca di commercio, da dove, oggi, i giovani fuggono alla ricerca di un futuro e con i tanti problemi giornalieri da affrontare, dalle baracche alla spazzatura sino all’educazione civica.
Tanto per fare degli esempi.
Messina riesce a dividersi anche su un banale argomento come il calcio, si distingue perché non ha memoria, perché non fa tesoro della storia e continua a ripetere sempre gli stessi errori, perché è città scialba e non ama investire sul futuro e sui giovani. Eppure, ancora esiste qualche mosca bianca che fa della passione la propria vita, come ad esempio la Top Spin Messina nel Tennistavolo che negli ultimi cinque anni ha regalato alla città onori e titoli, piccole società sportive che crescono, vedi l’Akademia S.Anna nel volley femminile, il Ctv Messina nel Tennis(vice campioni d’Italia) e anche la provincia porta lustro con l’Alma Patti nel Basket femminile e l’Orlandina Basket in quello maschile, e tutte quelle piccole società che, nonostante le difficoltà tra pochi e limitati impianti sportivi, credono al raggiungimento di obiettivi sempre maggiori, con sacrificio e in silenzio.
Tornando al “banale” calcio, dove c’è ancora qualcuno che cerca di tifare per la propria città, in mezzo ai tanti volontari catturati da Milan, Inter, Juve, ecc…(unico calcio riconosciuto), Messina, anzi il Messina rispecchia fedelmente il tramontare della città che fu bella e ricca ma che, oggi, non lo è più.
Così accade che, come nella politica manovrata sempre dagli stessi personaggi che non hanno fatto bene alla città ed in cui tornano e si ricandidano facce già viste nel passato, anche il calcio non riesca a rinnovarsi, a trovare persone nuove ed appassionate dal miraggio di portare i propri colori alla ribalta nazionale, anziché ritrovarsi davanti cavalli di ritorno spalleggiati da chi dovrebbe fare dell’etica e della verità il proprio credo. Ed, invece, ci si affida all’ipocrisia ed ai propri interessi personali, non certamente al bene comune. Non sarà mai facile capire se per malvagità o sciatteria o malattia.
E quella rara volta in cui capita (che fortuna) di scoprire soggetti capaci di piangere davanti ad una vittoria, di esaltarsi alla vista del tifo generato dai successi, ci si intestardisce a distruggere tutto perché “nessuno deve essere migliore di me”. E così la città muore ogni giorno di più.
Il campionato di calcio del Messina di quest’anno è, esattamente, la cartina al tornasole di tutto quanto detto sinora. Una vittoria a luglio generata grazie ad un gruppo formato da dirigenti-tifosi che mettevano la passione davanti a tutto, professionisti e tecnici che amano il calcio, bravi giocatori “bastardi” quanto basta e tifosi sempre più vicini, tutto dilapidato! Poi, scelte inopportune, facce già viste, interessi diversi, giocatori “professionisti” pallonari, mancanza di risultati, mancanza di introiti (vedi Girone d’Andata senza rimborso “minutaggio giovani” a differenza di tante altre compagini), società in ginocchio, tifo depresso e quasi inesistente.
Per un attimo rimpiangiamo il passato, quando le prime Televisioni locali, con Mino Licordari e Pitrone, Manzo e Pinizzotto, Guardalà, De Maria ecc.) erano il collante della città e riuscivano a convogliare l’affetto e la passione di tanta gente verso un unico obiettivo: i successi nel calcio ma, soprattutto, far risorgere Messina.
Adesso, si dovrà organizzare un’operazione di salvataggio con una nuova “squadra” il cui scopo, come nel film di Spielberg ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale, sarà salvare, anche a costo della propria vita, il soldato Ryan (=Messina), unico sopravvissuto di quattro fratelli, e permettergli così di continuare a…giocare ancora in Serie C.