Il mese di maggio ha fatto il suo ingresso sulla scena del 2020 mentre il Governo, seguendo l’evoluzione dell’emergenza, sta conducendo l’Italia verso una fase transitoria di almeno un paio di settimane. In quella che onestamente viene difficile definire come “fase 2”, uno dei temi di dibattito più caldi continuerà ad essere quello del calcio nostrano. Le ultime indicazioni provenienti da presidenti e dalle dichiarazioni di alcuni calciatori sembrano andare nella direzione della ripresa delle ostilità, che però al momento è tutt’altro che certa. Il destino della Serie A, infatti, rimane nelle mani del premier Conte, che potrebbe comunicare la chiusura definitiva della stagione già mercoledì in occasione del prossimo Consiglio dei Ministri. Il tutto ovviamente sulla base del parere del comitato scientifico.
La Serie A e il presidente Gravina confidano nella Premier League e nella Bundesliga: in Inghilterra il voto è stato unanime in favore della ripartenza e in Germania il governo centrista sembra disposto a portare a termine il campionato (a tal proposito anche la Merkel dovrebbe pronunciarsi mercoledì). Con la ripresa di Premier e Bundes, la Serie A nutrirebbe più possibilità di disputare le ultime dodici giornate più i recuperi. Per questo motivo, la Lega sta studiando vari calendari perché il movimento segua un percorso che riduca le ripercussioni sia sul finale della stagione 2019-20 che sull’intera 2020-21, quella che condurrà ad Europeo, Copa America e Olimpiadi. Uno dei rischi, ad esempio, è che salti l’assegnazione della Coppa Italia, cosa che accadrebbe se si ripartisse a fine giugno.
Il Comitato Tecnico Scientifico intanto ha dato l’ok alla ripresa degli allenamenti individuali con alcuni club che da domani riapriranno i propri centri sportivi in accordo con le regioni. Così facendo, i calciatori potranno lavorare singolarmente, ma in un ambiente tecnicamente più protetto e meno accessibile rispetto ai parchi. Ciò anche in virtù del lasciapassare del Viminale, che ha inviato ai prefetti una circolare contenente prescrizioni valide dal 4 al 17 maggio: “È consentita, anche agli atleti e non, di discipline non individuali, come a ogni cittadino, l’attività sportiva individuale, in aree pubbliche o private, nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri e rispettando il divieto di ogni forma di assembramento”, ha reso noto l’Ansa.
E in Serie D? Ieri si è preso atto del rinvio della sospensione fino alla seconda metà di maggio, ma è verosimile che importanti novità possano arrivare già in settimana. Si va verso la sospensione, visto e considerato che le finanze e le strutture dei club, man mano che ci si allontana dai vertici del calcio, mal si sposano con i parametri richiesti dal protocollo sanitario. L’ufficialità potrebbe giungere venerdì prossimo in occasione del consiglio federale della LND a meno che mercoledì Conte dovesse optare per la fine anticipata della stagione per la Serie A: in questo caso quasi sicuramente tale decisione andrà a incidere anche sui campionati minori.