Ed ancora, l’Avv. Guglielmo aggiunge: “Di Napoli ha tenuto un comportamento esemplare dinanzi all’indagine e al processo in sè, rimanendo sempre fiducioso nell’opera attenta e meticolosa della Magistratura, rimanendo in silenzio sino ad oggi, chiedendo unicamente di poter riprendere il rapporto con i tifosi e con la città di Messina, che per anni lo ha amato, ospitato affettuosamente ed è per questo che oggi, per il tramite del proprio difensore, inoltra questa lettera aperta alla città:
“Sono passati 7 lunghi anni, oggi posso finalmente esprimere il mio stato d’animo. Ho cercato di farlo prima, ma la mia voce non veniva ascoltata. Insieme, abbiamo lottato, superato il rischio di un fallimento, sofferto e gioito. Prima in qualità di calciatore portando il Messina dalla serie B alla settima posizione in classifica della serie A dove per un solo punto non abbiamo concretizzato il sogno europeo e successivamente come Allenatore portando allo stadio ventimila spettatori. Ho adorato questa città è la sua tifoseria in ambe le vesti. Ho sempre agito con lealtà, trasparenza e le scelte fatte sono sempre state dettate dalla ragione ma anche dal cuore. La triste vicenda nella quale sono stato catapultato- durata ben 7 anni della mia vita- mi ha tenuto lontano dai campi da calcio, mia passione da tutta una vita. Ho subito accuse infamanti in qualità di professionista ma soprattutto come uomo… tutto questo è stato lacerante per me, pur comprendendo in parte la vostra rabbia. Ma c’è un aspetto di questa triste vicenda che mi addolora: avreste potuto concedermi il beneficio del dubbio sui reati che mi venivano attribuiti. Mi avevate condannato ancor prima che la giustizia facesse il suo corso, dimenticando ciò che insieme siamo stati. La sentenza di oggi certifica che la verità emerge sempre e questo triste capitolo della mia vita è giunto alla fine. Non posso nascondere che la gioia di questo momento si mescola all’amaro per tutte le ingiustizie che sono stato costretto a subire, minacce comprese, ma la vita continua, non ci si può fermare, la società lo impone e oggi capisco e comprendo chi si è lasciato andare, chi non ha trovato la forza di reagire, chi non vedeva più prospettive e chi non credeva più in quella che è la giustizia e mi rivolgo a loro: non bisogna mai arrendersi, bisogna lottare sempre perché la propria dignità è al disopra di ogni pregiudizio e attendere che la giustizia faccia il suo corso per arrivare alla luce.
Non posso che ringraziare lo studio Carre’ legali di famiglia e l’Avv. Guglielmo Rosa per avermi sostenuto e per avere fatto chiarezza affinché mio figlio non porti con se questo fardello nel suo percorso di crescita. Un grazie alla mia famiglia e soprattutto alla mia compagna Belinda Zannino che senza di lei non sarei riuscito a superare questa terribile tempesta.
Spero che tutte le ombre, sulla mia fedeltà verso la vostra maglia e la vostra città, attraverso questa sentenza, siano definitivamente spazzate via e che possiate ricordare di avere scritto insieme a me pagine indelebili della storia del Messina.
Questa è l’unica verità!”
Arturo Di Napoli