Calcio | Paolo Sciotto: “Calcio, serie D, la crisi economica e la ripresa”
Ampia intervista rilasciata da Paolo Sciotto a TuttoSerieD, in cui l’Amministratore Delegato dell’Acr Messina cerca di fare il punto sull’attuale situazione innescata dalla pandemia del Coronavirus e che ha obbligato a interrompere tutti i campionati: “Vivo questo momento così delicato e particolare con grande responsabilità. Le giornate si trascorrono in famiglia, tutti assieme, attenendosi scrupolosamente alle disposizioni che il Governo ha impartito ad ognuno di noi, proprio per ridurre al minimo ogni rischio per noi stessi e per gli altri.”
Netto il pensiero di Paolo Sciotto che nega la possibilità di una ripresa a breve: “credo che chi oggi azzardi ipotesi, o faccia già programmi a lungo termine, parlando di un futuro roseo e di programmi calcistici ambiziosi, credo che sia totalmente fuori dalla realtà. Chiunque oggi, in un momento storico così drammatico, si consenta il lusso di fare voli pindarici basati sul nulla, penso sia un individuo irresponsabile e non consapevole di ciò che stiamo vivendo e soprattutto di ciò che ci aspetta in futuro. Ogni giorno contiamo centinaia di vittime innocenti, milioni di italiani sono chiusi in casa da settimane e nel momento in cui il Governo stabilirà l’inizio di nuove fasi di vita quotidiana, sarà necessario cambiare ulteriormente le nostre esistenze e anche l’approccio con le nostre aziende, che dovrà essere molto più scrupoloso e certosino.” In merito alla ripresa – “ribadisco, che ci sarebbe il rischio di falsare il finale di Stagione, fermo restando che in quel caso ci sarebbero molte Società in tutta Italia che si opporrebbero con fermezza al ritorno in campo, pronte anche ad andare contro una decisione specifica da parte della Lega. Sono convinto che ripartire ora significherebbe supportare lo sciacallaggio legato alle scommesse sportive e questo con riferimento a tutte le Categorie, non solo alla D. Qualcuno potrebbe affrontare le ultime gare con stimoli importanti, altri potrebbero farlo privi di qualunque mordente, altri ancora per specularci su. Vietare la ripresa è una cosa necessaria anche per salvaguardare la pulizia e la legalità nel nostro Calcio.”
C’è il rischio della scomparsa di molte società: “La maggior parte delle Società, specie in Serie D, sono gestite da imprenditori che dovranno pensare prima di tutto a salvaguardare le rispettive aziende e le attività produttive che sono sotto la propria responsabilità. Siamo destinati ad entrare in una fase economica delicatissima per l’intero Paese. Per tutti noi che siamo soliti investire nel Calcio, inizierà un periodo in cui si rivelerà indispensabile riversare ogni energia nelle rispettive aziende, cercando di reggere l’impatto con la recessione che probabilmente ci aspetta. Ritengo giusto che tutti loro possano accedere ad un fondo da istituire e concepire pensando proprio a situazioni imprevedibili e di difficoltà estrema come questa. I Calciatori di Serie D meritano la stessa tutela contrattuale di cui godono gli atleti professionisti e garantire loro lo stipendio. L’intervento del Governo in una situazione così drammatica e senza precedenti, credo sia fondamentale. Ma lo è altrettanto l’istituzione di una cassa integrazione in deroga, per dare dignità e sostegno immediato a quei ragazzi che oggi si ritrovano nei guai, senza sapere come fare per mantenere le rispettive famiglie.”
“Penso, innanzitutto, sia da irresponsabili pensare di farci tornare in campo, anche nei prossimi mesi. Ancor più, immaginando di tornare a farlo a porte chiuse, determinando di fatto il collasso anche di quelle Società che a stento potrebbero uscire più o meno indenni da questa fase critica. Non sappiamo ancora quanto durerà il periodo di quarantena, non si può sapere quando torneremo a riappropriarci della nostra quotidianità. Come facciamo a parlare di ripresa dell’attività agonistica in tempi brevi? In una Categoria dove non ci sono controlli, dove non ci sono le possibilità di verificare l’eventuale positività al virus di migliaia di Calciatori, basterebbe far scendere involontariamente in campo un solo atleta asintomatico per scatenare un autentico disastro e tornare punto e a capo. Mi sembra chiaro che, al di là delle chiacchiere che si stiano facendo in questi giorni, torneremo a parlare di Calcio giocato solo con l’avvento della nuova Stagione. Penso che la cosa più responsabile e corretta da fare, sia assegnare la promozione a tavolino ad ogni formazione attualmente in testa nel proprio Girone. Per quanto riguarda la zona retrocessione, sarei un attimino più cauto.”
Un’accenno sull’annata trascorsa – “Quando si valuta un’annata sportiva, bisogna andare a ritroso e iniziare ad analizzare l’operato di tutti, a cominciare dal mese di Luglio. Bisogna vedere in che modo sia stata costruita la squadra, capendo se siano state scelte le persone giuste per ricoprire gli incarichi di maggiore responsabilità. Ogni Società si affida a delle figure professionali che dovrebbero svolgere il proprio lavoro in un modo e invece poi ci si rende conto che probabilmente non erano le persone adatte, o comunque soggetti che non sono stati in grado di operare secondo le direttive e in relazione alle ambizioni e alle aspettative del Club. Il campo è giudice insindacabile e nel nostro caso ha parlato in maniera inequivocabile. Delle responsabilità anche da parte della Proprietà ci sono e sono certamente riscontrabili nelle scelte errate compiute proprio nell’individuare determinate figure professionali che si immaginava facessero un lavoro differente sin da Luglio. Detto questo, sinceramente faccio fatica a parlare di Calcio in questo momento. Non solo per la situazione che stiamo vivendo e che fa giustamente passare tutto in secondo piano rispetto alla salute. Faccio fatica soprattutto perché, oggi come oggi, non ho l’entusiasmo che potevo avere la scorsa estate, ad esempio. E questo è dettato molto dai risultati concretizzati della nostra squadra in Campionato. Chi pensa che la nostra famiglia non ci tenga abbastanza all’ACR Messina, si sbaglia di grosso. Noi speravamo in un Torneo ben diverso ed è naturale che in questo momento ci sia una certa amarezza.”
“L’unico pensiero che possa fare in questo momento rispetto al futuro, riguarda il piano da attuare per proteggere la mia azienda. Per pensare al Calcio c’è tempo. La priorità assoluta per il sottoscritto sarà l’azienda e il modo in cui salvaguardarla nei prossimi dieci mesi, che saranno drasticamente segnati dalla crisi a cui tutti andremo indistintamente incontro.
Voglio solo invitare tutti ad essere responsabili ed uniti contro questo terribile virus, difendendo i nostri cari da noi stessi. Cerchiamo di affrontare questo momento con la testa sulle spalle e con la dovuta maturità, augurandoci che passi presto e con conseguenze meno drammatiche possibile.”