Il pareggio del Messina con gli “storici” antagonisti del Catania e la vittoria sul filo di lana con la Paganese hanno regalato un Natale più sereno…forse…quasi…, Covid a parte, ma non a tutti. Nei corridoi della società c’è fermento e la presenza di tanti personaggi, sopratutto nel derby, tra attori calcistici del più o meno recente passato ed imprenditori spesso considerati pronti ad avvicinarsi ai colori giallorossi, ha innescato una ridda di voci che potrebbero condizionare le future scelte proprietarie, senza escludere che nulla cambi.
Tra le speranze (di qualcuno) di cessione e quelle di potenziamento (di altri) dell’attuale rosa, per l’ormai conclamata ed evidente (vedi risultati e posizione di classifica) incompletezza dell’organico messo a disposizione dei tre tecnici (Sullo, Capuano, Raciti) che si sono succeduti in panchina per allestire le classiche “nozze con i fichi secchi”, si racconta già, tra i tifosi ed attraverso alcuni media, di cambiamenti ed operazioni di mercato concluse, ma la realtà dice altro.
Sicuramente, questa che si apre è una settimana importante, per il Messina come per tante altre squadre nei vari campionati, perchè i giorni a disposizione danno l’opportunità di preparare la ripartenza, con la prospettiva di operare con nuovi criteri alla riapertura del mercato invernale professionistico.
Ma, alla fine, è così certo che, in particolare, si possa intervenire (se lo si voglia)?
Nello specifico caso dei biancoscudati sarebbe difficile…ma non impossibile. Se volessimo dare una percentuale al cambiamento, questa si aggirerebbe tra il 5 ed il 10%. Una cosa è, però, certa, a decidere sarà la proprietà, questa volta più di altre. Quindi, alcune richieste di partenze di giocatori dell’attuale rosa, il ritorno del tecnico Novelli e/o di qualche altro allenatore che posss dare una mano alla salvaguardia di quanto conquistato con sofferenza, in questo momento, sono legate alla percentuale sovra scritta e ad imprescindibili condizioni che dovrebbero scaturire nel breve, anzi brevissimo tempo.
Una proprietà che pensi di aver commesso degli errori, in qualsiasi settore, deve ovviamente tentare di invertire la rotta o, in casi estremi, chiudere i battenti. Sono scelte soggettive, nel caso del calcio, dettate persino dalla passione che per presidenti-tifosi come Sciotto e la sua famiglia, legati al territorio, ne aumentano la difficoltà decisionale.
Altre alternative? Poche, ma da tenere in considerazione. Chiedere aiuto ad una parte della tifoseria, dialogare con l’amministrazione per farsi affiancare da altre realtà messinesi e della provincia, rivedere i rapporti con i soci, farsi affiancare da professionisti esterni che, magari, abbiano già dimostrato, anche nel recente passato, reale efficienza perorando la causa giallorossa.
Il consenso della tifoseria va assottigliandosi nei numeri, a differenza di quanto era accaduto con la cavalcata vincente dello scorso anno sino alla trasferta di Sant’Agata di Militello, dove si verificò l’eccezionale esodo di tanti tifosi per supportare la squadra, nonostante non sarebbe stato possibile assistere alla gara che determinava la promozione del Messina, causa Covid.
Nel frattempo, giunge notizia che qualche figura di contorno dell’entourage tecnico sia già in partenza o abbia rescisso il contratto che lo legava all’Acr Messina.