Calcio | Ferrigno: “Torno in pista e vinco! E poi…”
Fabrizio Ferrigno è stato, forse, il miglior direttore sportivo passato da Messina negli ultimi anni. Un dirigente che non si è mai tirato indietro, assumendosi le responsabilità del caso. Dopo una pausa, sembra giunto il momento di rientrare in pista.
Fra una ventina di giorni, massimo trenta, tornerò nuovamente a lavorare a pieno regime – chiosa Ferrigno – ho già ricevuto offerte da tre società e le sto vagliando attentamente, una di queste mi ha addirittura proposto di fare mercato da casa, ma io lavoro sul campo.
Direttore, l’Acr Messina continua a registrare problemi, la famiglia Sciotto non riesce ad ottenere quello che cerca la tifoseria…
Il presidente Sciotto è un tipo passionale, non è una persona cattiva ed è il primo a rimanerci male se le cose non vanno bene, tuttavia dovrebbe scegliere qualcuno a cui affidare la squadra. Una persona capace, in grado di poter decidere senza intromissioni, di stabilire delle regole comportamentali e linee guida. Lo aveva fatto con me ad inizio campionato, ma purtroppo ho avuto degli inconvenienti.
Sono stati tre anni non certo vincenti…
Effettivamente sì. Sono state fatte scelte errate, a cominciare dagli allenatori. Venuto, brava persona, ma secondo me non adatto ad una piazza come Messina, anche Cazzarò per esempio non aveva avuto altre esperienze all’infuori di Taranto. A Messina può venire ad allenare solo gente che ha tre palle.
Per il ruolo di diesse quest’anno era arrivato Obbedio che aveva fatto bene a Lucca…
La serie C non è uguale alla serie D, ci sono delle differenze. Obbedio ha preso dei calciatori che ormai non avevano più nulla da dire. Con i calciatori bisogna parlare, discutere e capire se hanno motivazioni. Ricordo quando presi Rosafio, non giocava da un anno e quando gli telefonai stava seduto sul divano. Qualche tempo fa mi ha telefonato ringraziandomi, ora gioca in serie B nel Cittadella. E di Reginaldo ne vogliamo parlare? Era arrivato a pesare cento chili, quando lo chiamai fui subito chiaro, gli dissi che gli avrei fatto un contratto a gettone e che se non mi avrebbe convinto, a dicembre lo avrei mandato a casa. Abbiamo visto tutti cosa ha poi fatto a Monza e Reggio Calabria.
La serie D al Messina va stretta. Cosa si può fare per tornare al professionismo?
Ripeto, bisogna che la famiglia Sciotto si affidi ad una persona valida e che non si intrometta sulle scelte tecniche. Ritengo che Sciotto sia uno dei pochi in questo momento ad avere una certa solidità economica in riva allo Stretto.
Anche a Catania le cose non vanno bene…
So che ci sono diverse cordate interessate, ma gli etnei rischiano grosso. Credo che se alla fine non interviene Pulvirenti, possa finire male.
Lei ha lavorato con Pietro Lo Monaco…
Sì, abbiamo fatto molto bene anche a Messina. Una sola volta voleva entrare nelle mie decisioni e mi dimisi. Ho sempre deciso di testa mia e mi sono preso le mie responsabilità.
Ha lavorato anche con Grassadonia…
È un mister preparato, che però ha fatto bene soltanto sotto la mia guida. Ma tornando al Catania, volevo dire una cosa su Saro Bucolo. Tempo fa mi telefonò per chiedermi un consiglio. Mi chiese se doveva accettare la Sicula Leonzio. Gli dissi che doveva andarci di corsa. Accettò il mio parere ed adesso continua a ringraziarmi.
Direttore, tornerebbe a Messina?
Al Messina non si può dire di no. È l’unica squadra per la quale accetterei di lavorare in serie D. Ci sarebbero tante cose da sistemare. Ricordo quando arrivai due anni fa, non trovai una squadra, ma un gruppo musicale con tanti che andavano a suonare per i fatti loro. Il presidente e Paolo si lamentavano, ma dissi che la colpa era la loro che permettevano tutto questo. Ecco dovrebbero ricominciare da questo.
Qual è stata la sua delusione più grande nel calcio?
Penso a quest’ultimo periodo. Troppi interessi che portano a voler iniziare nuovamente a giocare. Mi chiedo come possa fare un tifoso dell’Atalanta a gioire per un gol. Non ci sono ancora i presupposti per ripartire. Inoltre, il Coronavirus è ancora in giro.
Come sta trascorrendo questo difficile periodo?
Io e la mia famiglia siamo chiusi in casa, mi diletto a cucinare, le mie specialità sono i primi piatti a base di pesce. I miei figli vogliono che cucini sempre io…
Così parlò Fabrizio Ferrigno, un vincente per natura, da calciatore capitano e bandiera di Catanzaro, Pisa e Giulianova, autore di diverse promozioni. Miglior direttore sportivo dell’anno ai tempi della Paganese e autore di due ottime annate in riva allo Stretto.
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