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Basket. Orlandina e Soldini ancora insieme sino al 2022

Capo d’Orlando è in piena lotta per tornare in LBA (lo attende la semifinale contro Bergamo) ma ha già messo le basi per le prossime stagioni: coach Sodini infatti resterà alla guida della squadra siciliana per i prossimi 3 anni, fino al 2022.

Un colpo importante della società che pone delle basi sicure e solide per un grande e duraturo progetto.

Queste le parole dei diretti interessati, il ds in rappresentanza  della società  e lo stesso allenatore.

Peppe Sindoni: «Abbiamo creato un po’ di aspettativa perché oggi è una bella giornata per il club. Credo che quando una colonna, forse LA colonna principale di un’organizzazione sportiva decide, di comune accordo col club, proseguire un rapporto lavorativo è sempre un grande giorno. Marco Sodini ha rinnovato il suo contratto con noi fino al Giugno 2022. Credo che sia un grande segnale e un grande momento per il nostro club. E’ un momento particolare, perché dare oggi una notizia così importante, in un momento di incertezza rappresenti il fatto che questo è un matrimonio veramente voluto. Non aspettiamo il risultato dell’ultimo mese, abbiamo deciso di legarci perché riteniamo che sia sicuramente la scelta corretta, per entrambe le parti.

Marco Sodini non rappresenta soltanto un allenatore che vince tante partite, non soltanto l’artefice di questa bellissima stagione. Prima di tutto incarna a pieno quelli che sono i valori di Capo d’Orlando, perché la pallacanestro di Marco Sodini è fatta di coraggio, sfrontatezza. Ritengo che lui creda nell’impossibile: Capo d’Orlando e l’Orlandina ciclicamente hanno bisogno di credere nell’impossibile, perché la nostra storia è fatta di cose che lo sembravano, ma che in realtà non lo erano. Oggi non è un buon momento per il basket italiano, dobbiamo produrre, creare innovare e credo che da questo punto di vista Marco Sodini abbia incontrato la visione comune del club. Negli occhi di Bellan e Laganà io vedo quella che può essere una nuova generazione che incarna i nostri valori e credo che in questi occhi si veda quello che è il lavoro quotidiano, in campo e fuori, svolto da Marco. Sono contentissimo che abbia rinnovato il contratto per altre due stagioni, visto che era sotto contratto con noi fino al 2020. Credo che farlo in questo momento, a prescindere dalla categoria, sia un grandissimo segnale sia da parte nostra che dell’allenatore.»

Marco Sodini: «Mi dispiace che non ci sia Sergio Granata qui davanti, per condividere questo momento. Mi sono preparato tre frasi per l’occasione: la prima è “Noi non conosciamo le persone quando vengono da noi, dobbiamo andare noi da loro per sapere quello che sono” di Goethe. Così come la seconda, sempre del poeta e scrittore tedesco è “Ogni attrazione è reciproca”, questo è uno dei motivi della mia decisione di andare avanti in questo progetto che prescinde dal risultato. All’inizio dell’anno sono stato quello messo sotto i riflettori, quando c’erano molte perplessità su questa squadra. Chi mi ha conosciuto negli anni precedenti sa che una delle cose che ho ripetuto varie volte è: “Ci sono cose che ci sono impossibili da raggiungere, fino a quando qualcuno non pensa che si possano fare e le fa.” Questa è una roba che io penso di Capo d’Orlando e non soltanto io, perché anche il mio procuratore, quando ho sposato il progetto, mi disse se fossi sicuro della mia scelta, perché lì in Sicilia sono abituati a fare i miracoli e certamente se ne aspettavano uno da me.

Quando arrivi quaggiù ti rendi conto della verità di quello che si dice e qui ritorniamo alla terza frase che mi ero preparato, si Sir Arthur Conan Doyle: “Una persona che si basa sulla logica, deve vedere ogni cosa esattamente com’è e la sottovalutazione di se stessi costituisce una deviazione dalla verità, quando l’esagerazione delle proprie capacità”. Quindi bisogna essere consapevoli del momento della pallacanestro italiana e di quello che è Capo d’Orlando rispetto alla struttura sportiva della società. Io ho una fortuna grandissima, che pur essendo giovane e da capo-allenatore non avendo tutta questa esperienza, ho allenato a Milano, Bologna, Cantù e mi rendo conto della qualità delle persone. In un momento in cui la qualità delle persone viene bruciata nell’effimero, avere la possibilità di fare un percorso lungo, facendo crescere i giocatori, riporta a una cosa che in Italia tendiamo a dimenticare: la nostra storia.

La storia sportiva della pallacanestro italiana è fatta di squadre che sono state costruite nel tempo, andando a primeggiare poi in Europa. Parlo di Milano, Varese, della Virtus Bologna di Bucci, delle squadre di Ettore Messina. Quando si è avuta la forza di prendere dei giocatori, credere in loro, avere lo spirito di allenarli per farli diventare migliori, a quel punto si sono ottenuti risultati. Questa secondo me è la grande lungimiranza della famiglia Sindoni e dell’Orlandina Basket. Siccome mi hanno permesso di scegliere di fare l’allenatore, starà a me convincere i vari Donda, Laganà, Neri, Galipò, Bellan, Lucarelli ect che il percorso sarà virtuoso anche per loro. Poi, insieme, dobbiamo convincere la pallacanestro italiana che questo è il modo per diventare i migliori di tutti, quello che eravamo e che oggi non siamo.

Personalmente lavorare con persone come Peppe Sindoni, che considero un genio, ed Enzo Sindoni, di pari livello, è quello che voglio nella mia vita e credo che la mia NBA si questa qua.»